Chi è spesso in viaggio, che sia per lavoro o per piacere, si trova prima o poi di fronte al problema di dover consultare “urgentemente” un qualche documento elettronico, che al momento non ha con se, purtroppo si trova sul pc di casa, ma raggiungerlo è impossibile.

In un vecchio articolo del 2013 vi avevo parlato dei vantaggi offerti dai servizi di storage online.
Le considerazioni fatte a suo tempo sono naturalmente ancora valide, anche se forse negli anni sono cambiate le offerte dei singoli provider.

Per chi è spesso in viaggio, per lavoro o per piacere, è sicuramente importante poter avere uno “spazio disco”, nel quale archiviare i propri documenti o poterli consultare in modo semplice e veloce da qualsiasi punto del mondo.

L’uso di questo tipo di “spazio disco” può essere il più diverso. Ad esempio, come spesso vi suggerisco parlando di viaggio, avere un archivio in cui avete una copia elettronica dei vostri documenti di riconoscimento può essere utile in caso di smarrimento.

Così come avere una copia delle vostre prenotazioni, anche se spesso quelle le potete recuperare nella mail o accedendo ai singoli portali dove avete prenotato.

Altra funzionalità utile potrebbe essere quella di salvare una copia delle foto mano a mano che le fate.
Oppure… solo la vostra fantasia può trovare un limite all’uso che se ne può fare.

Negli anni le opzioni di storage online sono cresciute a dismisura, ma praticamente tutte hanno dei “limiti”. Possono essere limiti di costi, di spazio di archiviazione, di formato, di dimensione del singolo file, o di altro tipo, dipende da quale servizio usate e da quanto siete eventualmente disposti a pagare. Il servizio ideale probabilmente non esiste, e magari alla fine scoprirete che per fare quello che vi serve dovete usarne più di uno (conosco varie persone che fanno così).

Il sistema inoltre ha un altro limite intrinseco…. dovete preventivamente “caricarci” i file. O tramite le varie app sincronizzate tutto il disco del vostro computer, ma potreste avere problemi di spazio, oppure ogni volta che aggiungete un file che credete vi possa essere utile o ne aggiornate uno (magari la copia del passaporto perchè lo avete dovuto rinnovare) dovete ricordarvi di aggiornarlo anche sullo storage online.

Prima di procedere una precisazione: il sistema di storage on line funziona, anzi direi che funziona bene per la maggior parte delle persone.

Allo stato attuale della tecnologia però inizia ad essere percorribile anche un’altra strada, che ha vantaggi e svantaggi diversi, che vedremo in dettaglio fra poco.

E’ però un’opzione che sta prendendo sempre più piede e visto che ultimamente vari amici e conoscenti mi hanno chiesto come intraprenderla (purtroppo per lavoro mi occupo di informatica e reti aziendali) ho deciso di esporla brevemente in questo articolo.

La soluzione di cui sto parlando, e che forse alcuni di voi hanno intuito, è uno storage domestico accessibile in remoto.

Non voglio farvi un trattato di networking e informatica, non so quanti e quali conoscenze abbiate in materia, cercherò quindi di essere il più “semplice” possibile cercando per quanto possibile di non usare una terminologia troppo tecnica.

Se non avete grandi conoscenze sull’argomento vi consiglio di leggere il mio articolo di introduzione al networking  in modo da capire le basi.

Per quanto riguarda l’argomento trattato in questo articolo mi preme invece darvi solo alcune definizioni di base relative agli storage e al loro funzionamento.

 

Terminologia degli storage

Storage: in generale con il termine storage si indica un qualche “contenitore” di dati, dati che rimangono salvati anche nel caso lo storage stesso venga spento, per un periodo più o meno lungo. Cosa quindi che differenzia lo storage dalla memoria RAM del computer, memoria nella quale sono presenti dei dati, ma che vengono “persi” (se non vengono salvati) nel momento in cui si spegne il pc.

Hard Disk (HD): sono alla base di qualsiasi storage, sono dei dispositivi elettronici sui quali vengono salvati i dati. Ne avete sicuramente almeno uno nel vostro computer. Possono essere di diverse grandezze (quantità di dati che possono contenere) e di diverse tecnologie. Attualmente stanno prendendo sempre più piede i dischi SSD (solid state disk), dischi più veloci dei classici HD. Anche i classici HD comunque sono disponibili sul mercato con velocità differenti, di solito da 7, 10 o 15.000 giri (rpm = rotazioni al minuto). Naturalmente più un disco è veloce meno impiegherete per avere i dati che vi interessano.

Da notare comunque che spesso i dati presenti su uno storage sono “a bassa consultazione”, non continuerete sempre ad aprire gli stessi file e, soprattutto in ambito domestico, quindi con pochi accessi contemporanei, la velocità del disco non è fondamentale.

Diverso il discorso invece per il disco del vostro computer sul quale è caricato il sistema operativo, quello ha continui accessi in lettura e scrittura, quindi la velocità è importante e la differenza è apprezzabile.
Naturalmente dischi più grandi o più veloci costano di più.

RAID: la sigla RAID è l’acronimo delle parole Redundant Array of Independent Disks. In pratica un RAID è un gruppo di dischi, che permette di NON perdere i dati scritti sui dischi anche nel caso di rottura di uno, o più, dischi. Il tutto di solito viene fatto con apposite schede (controller raid), ma può essere fatto anche via software. Come potete capire il sistema è molto importante, avere tutti i dati su un disco è abbastanza rischioso… se il disco si rompe perderete tutti i dati contenuti, con un RAID eviterete questo problema.

Esistono vari tipi di RAID, e chi vuole può approfondire il discorso con una rapida ricerca su internet. Qui vi parlo brevemente di quattro tipi di raid, i più diffusi e quelli che quasi sicuramente il vostro storage supporterà:

  • raid 0: NON protegge dalla rottura fisica dei dischi.Viene fatta la somma delle dimensioni dei singoli dischi, quindi voi “vedrete” un disco molto più grande. E’ molto veloce, sia in lettura che in scrittura perchè vengono usati contemporaneamente tutti i dischi. Se non per casi specifici è comunque sconsigliato. Se si rompe un disco perdete tutti i dati presenti su tutti i dischi.
  • raid 1 (mirror): formato da almeno due dischi. Lo stesso dato viene scritto su entrambi, quindi anche se si rompe un disco sull’altro ci sono tutti i dati. E’ un pò piu lento in scrittura dovendo scrivere due volte la stessa informazione. Lo svantaggio è che il vostro spazio disco reale sarà la metà (i dati vengono scritti due volte) di quello che avete acquistato. Se prendete due dischi da 1TB e li mettete in raid 1 lo spazio a vostra disposizione per archiviare i documenti sarà 1TB
  • raid 5: servono almeno 3 dischi. Oltre ai dati viene salvata anche la “parità” in modo da poter ricostruire il dato se uno qualsiasi dei dischi si rompe. La lettura è abbastanza veloce, la scrittura un pò più lenta perchè richiede il calcolo della parità. I dati non vengono persi anche se si rompe 1 disco. Lo spazio a vostra disposizione sarà pari alla somma dello spazio dei dischi meno lo spazio di un disco. Quindi un raid 5 con 6 dischi da 1TB ha uno spazio utile di 5TB (6 dischi – 1 disco = 5 dischi x 1 TB a disco = 5 TB)
  • raid 6: necessità di almeno 4 dischi, simile al raid 5, scrive però una doppia parità e permette il guasto di due dischi in contemporanea, cosa che rallenta un pò la fase di scrittura rispetto al precendete. Lo spazio a vostra disposizione sarà il numero di dischi meno 2 dischi, moltiplicato per le dimensioni. Per riprendere l’esempio sopra quindi 6 dischi da 1 TB in raid 6, vi da uno spazio a disposizione di 4TB

Dischi per i RAID: salvo rare limitazioni qualsiasi tipo di disco può andare bene per fare un RAID. La cosa importante è che i dischi usati in un RAID devono essere uguali. In realtà non è obbligatorio ma è fortemente consigliato.

Se non usate dischi uguali tenete presente che il disco “peggiore” vince. In particolare questo è vero per quanto riguarda le dimensioni.

Se voi fate un raid 1 con 1 disco da 500MB e 1 disco da 3TB lo spazio disco a vostra disposizione sarà….. 500MB. Dovendo scrivere lo stesso dato su entrambi i dischi naturalmente il controller può scrivere fino ad aver riempito il più piccolo. Discorso analogo vale comunque con qualsiasi tipo di raid. Da notare inoltre che lo spazio inutilizzato sul disco più grande NON è usabile in nessun modo, viene proprio perso.

CACHE: è un tipo di memoria installata su alcuni controller RAID, di fascia medio/alta. I dati sono caricati prima in cache e successivamente su disco. La cache velocizza le operazioni di lettura e scrittura ma ha dei costi, soprattutto se si vuole usare in fase di scrittura. Usare la cache in scrittura infatti implica l’uso di una speciale batteria aggiuntiva.
La batteria serve, nel caso ci sia un interruzione di corrente, per mantenere i dati presenti sulla cache e non ancora scritti sul disco.

Backup: cosa sia un backup probabilmente lo sapete tutti. In ogni caso, un backup è semplicemente una copia di tutti i vostri dati (o di quelli che ritenete essenziali). La copia DEVE essere fatta su uno (o più) dispositivi separati, con sistemi hardware e software dedicati, in modo che sia garantita l’integrità dei dati.
Da notare che il sistema RAID NON è alternativo al backup. Il raid vi protegge dalla rottura fisica di un disco, ma non vi protegge dalla cancellazione “per sbaglio” di un file, così come non vi protegge da eventuali virus.

 

Tipi di “connessioni” degli storage

Come abbiamo visto gli storage in se sono dei dischi, sui quali sono salvati i vostri dati, dischi ai quali però in qualche modo dovete connettervi per leggere e scrivere i vostri file.
Possiamo quindi avere vari tipi di connessioni, in particolare quelle “classiche” sono:

  • local storage: dischi collegati direttamente al vostro pc, che siano interni o esterni, ad esempio collegati tramite USB. Sono i sistemi che sicuramente avete usato fino ad ora, forse anche senza saperlo o pensarci
  • NAS: Network Attached Storage, ossia un qualche tipo di dispositivo indipendente, collegato alla vostra rete domestica (o dell’ufficio). Sono i sistemi di cui ci occuperemo e verso i quali sempre più persone si stanno orientando anche per uso domestico.
  • SAN: Storage Area Network reti dedicate agli storage ma sono sistemi specifici per uso aziendale, anche nel costo, di cui non tratteremo.

 

Storage “a casa” quando usarlo e cosa serve per iniziare

Avere uno storage in casa può andare bene per tutti. Un unico punto in cui tenete tutti i dati che vi interessano è forse la soluzione migliore, ci potete accedere sempre (almeno da rete locale) da pc, tablet, tv etc, sono tutti nello stesso posto, quindi facili da trovare e perchè no, facili da sottoporre a backup.

Se poi già che avete i dati “tutti in un posto” volete anche poter accedere da remoto diciamo che è fattibile senza grandi sforzi o investimenti, basta avere una linea internet almeno a 10Mb in upload. Potete provare anche con linee più lente, ma fate prima appunto delle prove e valutate voi.

Per avere uno storage, quindi uno spazio unico dove salvare tutti i vostri file, accessibile da tutte le periferiche di casa collegate sulla vostra rete locale (LAN) servono fondamentalmente:

  • una rete LAN. Se avete un router per accedere ad internet diciamo che avete già anche una rete locale
  • uno storage su cui mettere i dati.

 

La scelta dello storage

Siamo arrivati ora al punto fondamentale dell’articolo, la scelta dello storage, cioè della soluzione che vi permette di mettere tutti i vostri dati in un unico posto, dati che poi saranno condivisi e quindi accessibili a tutte le periferiche collegate sulla vostra rete locale.

Per come abbiamo inteso noi lo “storage” le soluzioni sono praticamente infinite e variano da un costo praticamente pari a zero fino a qualche migliaia di milioni di euro, se l’investimento è di questo secondo tipo, come vi ho già detto sopra, meglio se vi affidate ad una consulenza più specifico, non a questo articolo 🙂

Ripeto, quello a cui siamo interessati è un qualcosa dove poter salvare i dati, dati che devono poi poter essere accessibili dalle altre device (pc, tv, console, etc) sulla rete.
Di solito per queste cose si usano uno o più hard disk, ma nessuno vieta, per iniziare che usiate una normalissima chiavetta USB, in questo caso lo spazio a disposizione sarà poco ma magari vi basta.

Le possibili soluzioni sono fondamentalmente 3, tutte con pregi e difetti.

Uno (o più) dischi (o chiavette usb) collegati al vostro pc principale di casa (internamente o tramite usb), magari anche semplicemente il disco fisso che già c’è nel pc. I costi iniziali sono bassi (magari nulli) e configurare una condivisione di rete di una cartella è semplicissimo.

C’è però il problema che il pc deve essere sempre acceso, o meglio, dagli altri pc/device potrete accedere ai dati quando il pc che diciamo “fa da server”, sul quale cioè ci sono i dati da condividere, è acceso…. un pc sempre acceso ha comunque dei costi almeno dal punto di vista della bolletta elettrica.

Uno (o più) dischi (o chiavette usb) collegati al vostro router. La maggior parte dei router attuali ha una (o più) porte USB sulle quali potete collegare le vostre periferiche e condividere le cartelle. E’ un sistema semplice, che vi evita di tenere sempre acceso un pc. La condivisione però è gestita dal router e in particolare dal software installato sul router.

E’ una funzionalità che non tutti hanno o comunque può avere delle limitazioni. Ad esempio può NON essere possibile creare utenti/password, quindi tutto ciò che è condiviso è accessibile da tutte le device collegate sulla rete.

Uno storage vero e proprio, cioè un NAS. E’ la soluzione migliore e, se non gratuita, quella che di solito permette di fare molte cose utili in modo semplice.

Quando si parla di storage molti come prima cosa si preoccupano dei costi. Naturalmente uno storage ha un costo, ma non sempre ha dei costi proibitivi.

Come si è visto uno “storage” può essere anche banalmente un Hard disk, interno o esterno (collegato via USB) che usate sul vostro pc. Qualche euro per acquistarlo lo avete speso, ma non avete dovuto cheidere un prestito in banca.

Anche per quanto riguarda i NAS i prezzi partono da cifre ragionevoli, soprattuto rimanendo su alcune tipologie di fascia “home” che comunque offrono già un buon compromesso qualità prezzo.

Poi naturalmente si può far lievitare i costi anche a centinaia di migliaia di euro se si parla di aziende, ma in questo caso, probabilmente NON state leggendo l’articolo corretto. In questo caso rivolgetevi ad un consulente che analizzi bene la vostra situazione, quello che vi serve, quello che volete e cosa è possibile fare. Oltre al problema economico vanno affrontati anche altri problemi tecnici che non sono trattati qui.

Tornando ad un uso “home” o per piccole aziende, le cose fondamentali da considerare quando si vuole acquistare uno storage sono:

  • stima dello spazio che vi serve. Al giorno d’oggi i dischi sono abbastanza capienti per non creare grossi problemi, però avere un’idea di quanti dati avete in questo momento e considerare una certa crescita è sempre una buona idea
  • eventuale tipo di RAID, e quindi numero di dischi che accettate si possano rompere prima di perdere i vostri dati. Credo che un RAID 5 per uso domestico sia la soluzione migliore, potete sopportare la rottura di un disco, senza però avere costi troppo alti dovuti al numero di dischi che vi servono e che quindi dovete acquistare.
  • storage: uno volta che sapete quanti dischi vi servono potete scegliere lo storage, ossia lo “scatolotto”. Dovete sapere prima il numero di dischi perchè ci sono storage di varie dimensioni all’interno dei quali si possono mettere più o meno dischi. Se ne dovete mettere meno del numero massimo non è un problema, se ne dovete mettere di più… non ci sta!

In generale comunque, credo che per uso domestico uno storage che permette di inserire 2 o 4 dischi sia sufficiente. La differenza di costo solitamente è molto ridotta, per cui quello da 4, se non avete problemi di spazio può essere la soluzione migliore. Vi permette di fare un raid 5, cosa non possibile con i modelli da due dischi.

A questo storage dovrete aggiungere i due, tre, quattro o più dischi. I più “piccoli” al giorno d’oggi sono da 3TB, poi ci sono quelli da 4TB, 8TB, 10TB etc.

I più grandi naturalmente costano di più e probabilmente non hanno neppure senso in molti casi. Quelli da 3TB se non fate il fotografo di professione o non lavorate molto con i video e i film potrebbero credo bastare, ma per pochi euro in più quelli da 4TB vi risolveranno il problema spazio per molti anni.

Un consiglio sempre valido, quando si tratta di fare acquisti di elettronica. Non ha molto senso, soprattutto in ambito domestico, fare investimenti o progetti sul lungo periodo. Se ad oggi vi servono 2TB di spazio, ok fate l’acquisto pensando ai 3TB, max 4… non prendete quello più grande perchè “chissà in futuro magari mi serve”. Lo paghereste molto ora (i costi scendono nel tempo) per avere fra x anni comunque un prodotto vecchio, con performance minori.

 

Altre funzionalità dello storage

Prima di procedere all’acquisto vale la pena valutare anche eventuali altre funzionalità offerte da uno storage, funzionalità che possono essere già incluse nel pacchetto, aggiuntive a pagamento, o non presenti.
Fra queste funzionalità le principali che credo vadano prese in considerazione sono:

Possibilità di backup automatico:  fare una copia dei dati è obbligatorio!!! Se a casa non la fate in qualche modo siete dei pazzi… un virus, un vostro errore o un guasto hardware e perdete tutto….

Fate una copia su un disco esterno (usb) o in cloud, ve lo consiglio vivamente. In ogni caso, il raid protegge solo dal guasto hardware, se invece voi (per errore) o un virus cancellate i dati questi vengono cancellati punto e basta… serve una copia di backup.

Molti NAS permettono di configurare una copia automatica di backup su una device esterna, può essere un disco USB o altro dispositivo in rete locale o in cloud, questi dati NON vengono modificati se voi o un virus cancella i dati dalla cartella principale. Lo configurate una volta poi viene fatto automaticamente tutti i giorni (o quando lo schedulate voi) senca che dobbiate più pensarci.

Possibilità di creare utenti/gruppi protetti da password: magari non volete che tutti i dati sullo storage siano accessibili a tutti gli utenti. I film magari si va bene che li vedano tutti, anche i figli… ma i vostri contratti, documenti bancari etc serve che li vedano i figli o magari l’amico di vostro figlio (o vostro) a cui avete dato la password del wifi?
Creando utenti diversi potete decidere chi vede cosa.

Vari sistemi di “condivisione“. Può essere ad esempio possibile accedere ad un file excel da un pc come se fosse sul disco locale, accedere tramite qualche sistema di “media server” ai titoli dei film direttamente dalla TV o da tablet, accedere da internet solo a certe cose, magari solo in lettura (quindi si può solo vedere ma non cancellare o modificare) etc.

Consumi: i NAS sono anche sistemi pensati per rimanere sempre accesi, di solito a basso consumo e che vanno automaticamente in standby se non usati.

Tenere invece sempre acceso un pc potrebbe non essere altrettanto economico, i pc non sono pensati per tale scopo, quindi non sono ottimizzati per il risparmio energetico in questo senso. Già il solo tenere in funzione il sistema operativo richiede spesso più energia di quella richiesta da un NAS.

Come ultima opzione, i dischi (o le chiavette) USB collegate direttamente al router possono essere un’altra valida alternativa. Il router ormai nella maggior parte delle case non viene mai spento e il consumo aggiuntivo derivato dalla periferica USB collegata è relativamente modesto.

I tipi di collegamento possibili: praticamente tutti i NAS hanno la possibilità di essere collegati alla vostra rete domestica tramite un cavo di rete. Ma lo dovrete posizionare vicino al router, o comunque in un posto dove avete una presa di rete.

Alcuni hanno anche la possibilità di essere collegati in wifi, nativamente o con schede wireless aggiuntive.

Alcuni infine hanno anche la possibilità di essere collegati direttamente ad impianti video o audio, per lo streaming diretto.

A voi valutare cosa vi può essere utile e cosa no.

La configurazione per l’accesso in rete locale LAN

Qui il discorso diventa complicato, non tanto per la complessità in se, ma per le molteplici possibilità di configurazione.

Se non avete molte conoscenze in questo campo vi consiglio di leggere il mio articolo di introduzione al networking  per avere almeno le basi.

In generale comunque il mio consiglio è che, la periferica che avete deciso di utilizzare per la condivisione dei file, abbia un indirizzo IP (locale) statico, sia nel caso che abbiate optato per usare un pc, sia che abbiate acquistato un NAS.

Se il disco è collegato direttamente al router il problema non si pone, il router ha nativamente un ip statico

L’altro consiglio generale è che l’utente (o gli utenti) che ha accesso alla condivisione abbia una password.

L’accesso senza password è probabilmente più comodo, ma alcune device hanno problemi ad accedere se la password non è impostata.

Per quanto riguarda il discorso utenti il mio consiglio è di crearne almeno due. Uno con i permessi per leggere e scrivere sulla condivisione, e un altro solo per leggere.

L’utente che può scrivere e leggere sarà ad esempio quello che usate dal vostro pc per accedere ai documenti, modificarli o crearne di nuovi.

L’utente che può solo leggere è utile da usare in tutte quelle situazioni in cui dovrete solo consultare i dati presenti e non volete correre rischi di cancellazione od altro. Potrebbe essere il caso, ad esempio, dell’utente che usate dall’impianto stereo o dalla tv per accedere alle vostre cartelle dove avete salvato i file audio o video, sia mai che usando un telecomando vi sbagliate e per errore cancellate i file.

L’ultima cosa da verificare sono le eventuali impostazioni del vostro firewall, attenzione a volte anche i software antivirus installano un firewall software, fate alcune prove per vedere se il tutto funziona e se riuscite ad accedere alla condivisione.

Configurare l’accesso da remoto

Se in rete locale il tutto funziona correttamente siete a buon punto per poter accedere ai vostri dati anche da remoto.

La prima cosa da fare in questo caso è CAMBIARE le password che avete impostato precedentemente. Sono pronto a scommettere che il 90% di voi ha impostato delle password molto semplici, è ragionevole, in fondo sulla vostra rete di casa potete stare abbastanza sicuri.

Ricordatevi però che nel momento in cui configurate l’accesso da remoto TUTTO il mondo potrà accedere, o provare ad accedere, quindi meglio avere delle password serie per protezione.

A proposito di password, certo se vi impostate una password tipo questa “Ph$2IdFXbU3KpdE0i@x6Q*kBpXnVzzz^*Lk5%2wjq&5OvNa0w7” sicuramente sarà difficile che un malintenzionato la scopra, allo stesso tempo però vi voglio vedere a ricordarla.

Il mio consiglio è di usare una password per voi semplice da ricordare aggiungendo all’inizio e/o alla fine alcuni caratteri strani.

Createvi un vostro standard semplice da ricordare e usatelo sempre.
Vi facci alcuni esempi:
– password semplicissima -> password
– un pò più complicata, aggiungiamo alcuni numeri in fondo (ma una delle più usate al mondo) -> password123
– Mettiamo magari la prima lettera maiuscola, ancora troppo facile da individuare -> Password123
– prima dei numeri un bel underscore (trattino basso) -> Password_123
– tutte le lettere o le trasformiamo nel numero 0 (e magari le i in 1) -> Passw0rd_123
– mettiamo un carattere speciale all’inizio -> £Passw0rd_123
– ne mettiamo pure uno alla fine, complicando un pò le cose -> £Passw0rd_123%
– aggiungiamo un’altra lettera maiuscola, ad esempio SEMPRE la terza (della parola originaria)? -> £PaSsw0rd_123%

Come vedete partendo da una password veramente banale ne avete creata una già più complessa, a voi crearvi le vostre regole che da oggi in poi userete sempre così vi verrà spontaneo e non avrete problemi a ricordarvele.
Naturalmente rimane la regola base, non usate la parola password o il vostro nome!!!

Impostate delle password decenti non vi rimangono che pochi passi da fare prima di poter accedere ai vostri dati da ogni parte del mondo in cui vi trovate.
I passi sono:

  • configurare un servizio di dynamic DNS, non strettamente necessario ma comodo.
  • configurare il firewall sul router per permettere l’accesso da remoto

 

Conclusioni

In un successivo articolo vi parlerò di alcuni degli storage presenti sul mercato che possono andare bene per un uso domestico.
Per concludere questo articolo mi preme sottolineare solo alcuni aspetti relativi alla sicurezza, soprattutto se opterete per configurarvi un accesso anche da remoto.

Ricordate sempre che una volta abilitato l’accesso da remoto esiste la possibilità che qualcun’altro, oltre a voi, acceda ai vostri dati. Non importa quanto investirete sulla sicurezza, il rischio c’è.

Sono state violate banche dati di istituzioni finanziarie internazionali e di altro organismi nazionali e sovranazionali che sicuramente hanno investito più risorse per proteggersi di quelle che voi potrete mai mettere in campo.
Certo probabilmente un hacker è più interessato ai dati di Sony, British, Hilton, Amazon, Nasa (per fare nomi a casi) che ai vostri, ma il rischio c’è.

Per tale motivo forse non è una buona idea avere proprio tutti i dati accessibili da remoto, fate una selezione di ciò che ha senso “condividere” e di ciò che è meglio poter vedere solo da casa.

Allo stesso tempo, quando siete in giro, se non strettamente necessario, collegatevi alle vostre cartelle, ma il discorso vale anche per per l’accesso ad altri siti “sensibili” (home banking ad esempio), solo ed esclusivamente utilizzando device di vostra proprietà.

Già le vostre device potrebbero essere “compromesse” per quanto riguarda la sicurezza, ma comunque le usereste anche a casa, quindi il problema non cambia, usare però device di altri, magari “pubbliche” su cui non sapete cosa è installato e cosa sta girando è un ottimo modo per compromettere fortemente la sicurezza della vostra rete.

Mi riferisco ad esempio ai pc messi a disposizione nelle zone comuni degli hotel o delle lounge, oppure agli internet caffè. Se possibile con tali device evitate di accedere a dati “sensibili” o se proprio siete costretti, cambiate le password appena ne avete la possibilità, naturalmente da una vostra device!!

 

 

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Autore:

FFItalia

Lo staff di Frequent Flyer Italia

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