Miami, Everglades e le isole Keys
Una settimana in Florida: l’organizzazione
Recentemente abbiamo avuto modo di trascorrere una settimana in Florida, tra Miami, le Everglades e le Isole Keys.
Il viaggio è stato fatto a marzo, con un intermezzo di una settimana ai caraibi, per visitare le Isole Vergini Americane (USVI).
Il viaggio è stato organizzato all’ultimo momento e per i voli come sempre siamo partiti da una rapida ricerca con google flight e abbiamo optato per un volo diretto Roma – Miami con Alitalia.
In realtà ci sono anche altre possibilità di voli diretti, sia da Roma Fiumicino che da Milano operati da altre compagnie aeree.
Noi abbiamo optato per Alitalia perchè i prezzi che abbiamo trovato erano simili e con la compagnia italiana ci siamo sempre trovati bene sui voli intercontinentali e poi essendo membro skyteam potevamo accumulare un pò di miglia sul nostro conto Delta.
Per la scelta degli hotel abbiamo come sempre incrociato disponibilità e prezzi di hotels e booking con i portali delle varie catene a cui siamo iscritti, naturalmente controllando, dove disponibile, le tariffe AAA.
La scelta dell’autonoleggio è caduta su National i prezzi erano in linea con le altre compagnie e poi, ammetto, ero curioso di provare il loro “Aisle service”.
Guide e siti web: come sempre prima di partire ci siamo un pò documentati su internet, ho trovato interessante, fra i tanti, il blog “Un italiano a Miami”
I documenti
Come per tutti i viaggi negli USA serve l’ESTA, per cui lo abbiamo rinnovato tramite il loro sito, 5 minuti e la cosa è fatta.
Se invece non lo avete mai fatto o è scaduto ci vuole qualche minuto in più per compilare tutti i vari campi, comunque nulla di particolarmente difficile.
Verifica della validità e della data di scadenza di tutti i documenti: passaporto, patente, patente internazionale.
Nello zaino fotografico come sempre mettiamo anche una fotocopia delle fatture della macchina fotografica, degli obiettivi e del tablet (nuovo). Sempre meglio averne una copia per evitare problemi alla dogana in caso di controlli al rientro in Italia, così potrete dimostrare che sono vostri e non li avete acquistati all’estero, in alternativa naturalmente li potete dichiarare alla dogana IN USCITA dall’Italia!!!
Una scansione (aggiornata) di tutti i documenti finisce sul nostro account presso uno dei tanti servizi di storage online in modo da avere sempre tutto a disposizione caso mai servisse.
Per finire una rapida registrazione del viaggio sul sito “Dove siamo nel mondo” giusto per sicurezza, negli USA gravi problemi non dovrebbero esserci però visto che il servizio è gratuito e ci vogliono pochi minuti vale la pena sfruttarlo sempre.
Il volo andata e ritorno
Partiamo da Fiumicino il sabato mattina. Il volo è alle 10.30 e atterreremo a Miami alle 17, gli orari sono comodi, nessuna alzataccia al mattino e si arriva a destinazione che c’è ancora luce, potendo quindi subito ammirare la città dall’alto.
Il volo lo abbiamo fatto con Alitalia ma essendoci organizzati all’ultimo non siamo riusciti a trovare posti in economy confort per l’andata, quindi abbiamo dovuto ripiegare sull’economy.
Effettuare un volo di 11 e più ore in economy non è certo il massimo, ma con pochi euro un più si possono prendere almeno i posti “comfort seat“, che pur essendo nella cabina economy offrono qualche centimetro di spazio in più e sono leggermente più reclinabili.
Anche il volo di ritorno è di sabato, però è un volo notturno, con partenza da Miami alle 21 e arrivi a Roma alle 12.40 cosa che vi permette di sfruttare anche l’ultimo giorno di soggiorno a Miami e di farvi poi una bella dormita sul volo di rientro, arrivando belli riposati la domenica pomeriggio in Italia.
Questa volta siamo stati più fortunati e abbiamo trovato posto in “Premium economy“, dove i posti sono decisamente più spaziosi e comodi. Anche il servizio si posiziona a metà fra quello dell’economy standard e della magnifica. Secondo me un ottimo compromesso costi/servizio, soprattutto per voli di una certa durata.
Certo l’opzione migliore sarebbe stato volare in Magnifica, offre moltissimi vantaggi, ma come le classi business di tutte le compagnie aeree ha un piccolissimo difetto… il costo. Questa volta era proprio eccessiva la differenza.
Entrambi i voli si sono svolti senza problemi, e come sempre il servizio di Alitalia, soprattutto a bordo, si è dimostrato più che buono.
L’unica nota “negativa”: il volo di rientro era stato posticipato di un’ora, cosa che comunque ci è stata notificata tramite mail e SMS alcuni giorni prima. Arrivati in aeroporto però ci siamo accorti che non tutti erano stati informati.
Moltissimi anzi sembravano ignorare il cambio di orario sia fra coloro in fila ai banchi del check-in dell’economy sia fra i soci Millemiglia (alcuni anche Ulisse e CFA) o quelli in fila al check-in della business class, dove, grazie al fatto di volare in economy plus eravamo anche noi.
Rimane quindi un mistero il criterio con cui Alitalia abbia comunicato la variazione d’orario. Visto che il volo partiva un’ora dopo i problemi sono stati pochi, al massimo un’ora in più in aeroporto. Rimane il fatto che se il volo fosse stato anticipato o comunque la variazione fosse stata più lunga i problemi potevano diventare più seri.
Arrivo a Miami
L’aeroporto di Miami è un pò come tutti gli scali USA, molto grande e affollato, ma comunque organizzato bene.
Si deve fare la solita coda ai banchi dell’immigrazione, ma una volta superata possiamo prendere la comoda navetta che dall’aeroporto porta alla zona degli autonoleggi. La navetta ci impiega pochi minuti ed è naturalmente gratuita.
Nella zona degli autonoleggi ci sono tutte le grandi compagnie, per cui potete scegliere tranquillamente la vostra preferita. Noi abbiamo prenotato con National , per cui saltiamo il bancone dell’accettazione e ci dirigiamo direttamente al loro parcheggio.
Abbiamo prenotato una Ford Fusion, ma grazie al servizio “Aisle Service” scegliamo di prendere, allo stesso prezzo, un SUV, una bellissima Ford EDGE LTD.
A Miami è solo tardo pomeriggio, ma per noi è notte fonda, per cui, dopo aver fatto una cena veloce da McDonald lungo la strada ci dirigiamo direttamente al primo hotel che abbiamo prenotato, il Candlewood Suites Miami Airport.
L’hotel è comodo, a pochi KM dall’aeroporto e soprattutto in direzione delle Everglades, la prima vera tappa del nostro soggiorno a Miami.
Nota per chi prende la macchina a Miami: le autostrade vicino alla città hanno un sistema di pagamento chiamato “Sun Pass“.
Il sistema è un pò “criptico”, non ci sono caselli, alcuni tratti si pagano, a volte ci sono delle corsie esterne dove andare per pagare manualmente il tratto di strada, molto spesso non abbiamo notato nulla se non qualche cartello o delle telecamere.
La cosa più semplice è verificare con la società di noleggio che la vostra macchina sia abilitata, in quel modo le telecamere riconoscono la targa e il pedaggio vi verrà direttamente addebitato sulla carta di credito, a volte anche con un paio di mesi di ritardo. In caso contrario rischiate che oltre al pedaggio vi arrivino anche delle multe.
Everglades
Al mattino sveglia con calma e visto che con l’hotel non è compresa la colazione ci dirigiamo al più vicino Denny’s dove facciamo una bella abbuffata di pancakes, tanto per stare leggeri.
Lasciamo Miami alle spalle, direzione Everglades e già nel canale lungo la strada, intravvediamo i primi alligatori. La cosa è un pò strana, in fondo la strada è abbastanza trafficata e lungo il canale ci sono persone tranquillamente sedute che stanno pescando mentre in mezzo, solitario passa qualche alligatore.
La prima sosta è al gatorpark è uno dei tanti centri che organizzano escursioni con le barche per visitare le Everglades. Si trovano tutti all’esterno del parco vero e proprio in quanto all’interno, essendo zona protetta, è vietata ogni attività commerciale e soprattutto girare per i canali con le barche.
Ci sono un paio di tour all’ora e noi siamo sul primo. Siamo arrivati un pò prima della partenza per cui ne approfittiamo per fare un giretto dove ci sono le recinzioni con alcuni alligatori in cattività e per fare due chiacchiere con i gestori del centro.
La barca è abbastanza grande, ci staranno una quindicina di persone, però la guida è simpatica e si diverte a vagare per i canali a tutta velocità.
La cosa è divertente però il rumore del motore e della pala è molto forte, fortuna che alla reception danno a tutti i tappi per le orecchie e, nel caso di bambini le cuffie insonorizzate.
La guida ogni tanto rallenta per far vedere piante o animali e dare un pò di spiegazioni su quello che si vede e in generale sull’ecosistema delle everglades.
Alla fine del giro sarebbe previsto anche uno spettacolo con gli animali (alligatori, serpenti etc) compreso nel prezzo, ma decidiamo di saltarlo in quanto non ci piace molto il genere e risaliti in macchina ci dirigiamo verso il parco vero e proprio.
Il parco ha varie entrate tutte con un visitor center, noi optiamo per lo “Shark Valley Visitor Center” che si trova a circa 60 km da Miami e dal quale è possibile prendere anche un “trenino” su ruote aperto che effettua un tour di 2 ore con un ranger del parco su un circuito ad anello.
Mentre aspettiamo la partenza del tour facciamo due passi e a pochi metri dal visitor center “incontriamo” una mamma alligatore, comodamente addormentata appena fuori dal sentiero e circondata dai cuccioli di pochi centimetri.
La ranger che ci accompagna ci spiega in modo più “scientifico” e approfondito quello che ci è stato detto anche durante il tour in barca, è comunque un bel giro che permette di vedere uccelli di molte specie, alligatori e tartarughe.
A metà si fa una sosta, ci sono i bagni e una torre dall’alto della quale si può ammirare il panorama circostante e il laghetto sottostante dove ancora una volta ci sono vari alligatori che fanno il bagno.
Tutto il tour viene fatto su una strada asfaltata e se non volete pagare il “trenino” potete farlo anche a piedi oppure in bicicletta eventualmente affittandole al centro visitatori.
Il giro finisce al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina per cui dopo aver fatto due passi lungo la stessa stradina per sgranchirci le gambe e fare qualche altra fotografica risaliamo in macchina, direzione Naples.
Naples
Dal visitor center a Naples sono 117 KM e da Naples a Miami 198….. sinceramente non so se ne vale la pena, soprattutto se come noi pensate di tornare a Miami per la sera, se invece avete alcuni giorni da dedicare anche alla costa ovest della Florida ci sono vari posti interessanti da visitare… controllate sulla vostra guida!!!
La strada che attraversa le Everglades è bella e comoda, ma Naples non ci ha colpito particolarmente. Ha una sola via carina, vicina alla spiaggia e nella quale praticamente è impossibile trovare parcheggio.
La spiaggia non è male, però per tornare a Miami ad un’ora decente ci possiamo fermire poco, giusto il tempo di fare due passi.
Miami
Arriviamo a Miami nel tardo pomeriggio e ci dirigiamo all’hotel Holiday Inn Miami Beach Oceanfront. Staremo qui un paio di giorni, tanto vale essere direttamente sulla spiaggia.
L’hotel è abbastanza vicino alla zona di south beach e a Ocean Drive. Vicino vuol dire 3/4 KM per arrivare a Ocean Drive per cui vi conviene prendere il taxi, anche se ci mette 10 minuti.
Cosa che erroneamente noi non facciamo, non avendo calcolato esattamente le distanze, per cui la prima sera ci fermiamo a cena in uno dei tanti ristoranti sulla Collins (grillfish.com) visto che siamo troppo stanchi per arrivare fino ad Ocean Drive e si sta facendo decisamente tardi.
Il giorno seguente, dopo aver fatto una colazione molto abbondante in hotel, ci facciamo chiamare un taxi dall’albergo e andiamo direttamente a Ocean Drive, dove approfittiamo per un pò di shopping e per fare due passi sulla spiaggia vicina. Poi, visto che la temperatura è ancora decente, decidiamo di fare un giro per la città.
Prima tappa è al Metromover, la “metropolitana” sopraelevata di Miami. E’ gratuita ed effettua un percorso ad anello, per cui è possibile fare tutto il giro del centro città per avere un’idea generale della zona e avere la possibilità di qualche bella fotografia.
Facciamo poi un giro per Little Avana e Downtown Miami perdendoci un pò fra i grattacieli e i canali della città
fino alla zona vicino al porto, dove attraccano anche le navi da crociera e dove ci sono alcuni negozietti, soprattutto di souvenir, e qualche ristorante carino dove poter pranzare.
Lì vicino, per chi è interessato all’NBA c’è anche l‘American Airlines Arena, il “palazzetto” dello sport dove giocano i Miami Heat.
Nel frattempo la temperatura si è alzata, per cui decidiamo di tornare all’hotel per andare in spiaggia e fare un bagno.
Il pomeriggio lo passiamo così dormicchiando al sole e qualche nuotatina nell’oceano, non proprio “piatto” e “caldo” ma comunque balneabile.
La sera dopo esserci riposati per bene decidiamo di andare a cena nella zona di Ocean Drive, ma questa volta in TAXI 🙂
La zona è decisamente molto affollata, e i ristoranti sono un’infinità, uno attaccato all’altro per cui c’è solo l’imbarazzo della scelta. Molti purtroppo (per i nostri gusti) offrono musica a livelli decisamente elevati, però camminando un pò avanti e indietro riusciamo a scovarne uno abbastanza tranquillo dove ci gustiamo un’ottima cena (peccato solo non ricordarsi il nome)
Intermezzo ai Caraibi
…. a questo punto del viaggio ci siamo concessi una vacanza alle isole vergini di una settimana….
Verso le Keys
Rieccoci all’aeroporto di Miami, di nuovo al parcheggio della National dove questa volta prendiamo un altro SUV, un Ford Escape, sempre con lo stesso sistema di “upgrade” visto all’inizio.
E’ tardo pomeriggio per cui ci dirigiamo direttamente all’hotel Holiday Inn Express Miami Kendall per il check-in. Vogliamo andare a sud verso le Keys, per cui abbiamo optato per un hotel in quella direzione.
E’ molto carino ma lo sconsiglio per chi vuole rimanere a Miami/Miami Beach visto che è a sud di Miami.
L’hotel ha senso solo se come noi avete fatto un intermezzo nella vostra vacanza a Miami o comunque volete fare una notte spostandovi un pò tanto per risparmiare qualcosa rispetto ai costi non proprio bassissimi di Miami Beach.
La sera andiamo a cena in un centro commerciale della zona dove ci sono vari ristoranti fra cui il Sergio’s Cafe, una catena di ristoranti Cubani dove mangiamo bene, peccato solo che il “clima” sia più da Alaska che cubano, visto che il condizionatore gira al massimo e anche con la felpa non è caldissimo.
Ma questo è un problema che si riscontra in molti locali americani, dove hanno il vizio di tenere temperature molto basse.
Al mattino, facciamo colazione in hotel, dove per la prima volta vedo una macchinetta automatica per fare i pancake, per cui non posso evitare di provarla di persona. Non sono male, ma non sono certo paragonabili a quelli fatti in cucina da qualche cuoco.
Dopo l’ennesimo checkout partiamo direzione Keys, fermandoci in uno dei tanti centri commerciali per fare ancora un pò di shopping e poi via, direzione Key West.
All’andata abbiamo deciso di fare il percorso tutto in un giorno, non è molto lungo (270 KM da Miami) e la strada è molto bella, con tutti i ponti e le varie isole che si attraversano.
La prima sosta è a Keylargo, la prima delle isole Keys, ma solo per un rapido salto al centro visitatori, giusto per recuperare una cartina della zona.
Facciamo poi una sosta al “seven mile bridge” per le foto di rito e per fare due passi sul vecchio ponte che lo affianca.
Siamo a metà settimana ma il traffico è abbastanza intenso e ci sono alcuni rallentamenti nelle cittadine principali. Non è comunque il traffico italiano, per cui meglio non lamentarsi troppo.
Ci distraiamo comunque un pò molto guardando le curiose cassette postali o altre “insegne” pubblicitarie particolari che incontriamo lungo la strada.
Key West
Arriviamo a Key West e ci fermiamo al nostro hotel, il “The Inn At Key West” solo il tempo di lasciare le valige. Poi ci dirigiamo direttamente in paese, per vedere il tramonto, una delle attrazioni locali.
La cittadina di Key West è molto carina, tutte casette di pochi piani, in legno e con il giardino.
Parcheggiare (a pagamento naturalmente) non è un problema, e seguendo la massa ci dirigiamo alla zona da cui ammirare il tramonto.
A Key West viene definito “l’evento” e ogni sera, sulla passeggiata lungo la riva si radunano tutti i turisti per ammirare il sole che scompare in mezzo al mare.
Ci sono anche alcuni bar, ma trovare posto è un’impresa molto difficile se non avete prenotato. In alternativa ci sono varie società che organizzano mini crociere, con o senza cena.
Dopo il tramonto, purtroppo “rovinato” da qualche nuvoletta di passaggio facciamo un giro per le vie centrali della cittadina alla ricerca di un ristorante dove cenare. Ce ne sono moltissimi e per tutti i gusti, peccato solo che molti siano affollati e se non avete prenotato dovete fare una lunga coda.
Alla fine abbiamo optato per il Kelly’s Caribbean Bar, leggermente defilato rispetto al centro e con un bel giardino dove cenare. Una piccola nota, nel menù c’è un pesce con una salsa piccante… non ricordo il nome, ma se lo ordinate probabilmente il cameriere vi avviserà che è piccante… da parte mia devo confermare… la salsa è MOLTO piccante, direi quasi troppo.
Il giorno dopo facciamo un altro giro per Key West, passiamo dal punto più meridionale degli stati uniti continentali, che come dice l’enorme pilastro è a sole 90 miglia da Cuba, dove c’è una fila di turisti in coda per la foto di rito.
Poi sinceramente non ho capito questa cosa del punto continentale più a sud.. ma non siamo su un’isola???
Passiamo anche davanti alla casa/museo di Hemingway ma decidiamo di non entrare visto che non ci interessa molto.
Risaliamo in macchina e usciamo da Key West, direzione Marathon.
Da Key West a Miami
Lungo la strada ci fermiamo al Bahia Honda State Park, così da poter prendere un pò di sole in spiaggia e fare un bagno anche se l’acqua non è proprio caldissima.
Siamo fortunati e nel porticciolo vicino al bar/ristorante vediamo un lamantino tutto preso a mangiare un pò di alghe dai piloni del pontile.
La sera ci fermiamo a Marathon per la notte. L’idea iniziale era di dormire qui e al mattino andare a fare snorkeling con un tour guidato.
Purtroppo però le zone migliori sono tutte al largo per cui ci vogliono diverse ore e il mare è abbastanza mosso, col rischio quindi di arrivare lì e trovare mare troppo mosso per vedere qualcosa…. decidiamo quindi di saltare l’escursione e il giorno dopo andiamo al Bill Baggs Cape Florida State Park subito a sud di Miami dove trascorriamo quasi tutto il giorno in spiaggia tra sole e bagni.
E’ l’ultimo giorno di completo relax prima del rientro in Italia, tanto vale gustarselo per bene.
Ultimi giorni a Miami
La sera rientriamo a Miami Beach e andiamo all’hotel Wyndham Ramada Plaza Marco Polo Beach resort per l’ultima nostra notte in Florida.
L’hotel è più a nord rispetto al Holiday Inn Miami Beach Oceanfront dove siamo stati nei giorni scorsi, ma, grazie anche al fatto che ci è stata data una suite all’ultimo piano vista oceano, offre una vista spettacolare sul mare.
Siamo un pò stanchi e non abbiamo voglia di tornare su Ocean Drive per cui la cena la facciamo al Beer 360° che si trova poco fuori l’hotel, dove oltre a mangiare bene potete sbizzarrirvi nella scelta della birra…ne hanno per tutti i gusti, con più di 250 tipi fra cui scegliere.
Siamo così arrivati all’ultimo giorno del viaggio, è un sabato mattina, e il cielo è coperto… incredibile ma anche a Miami a volte il sole non c’è.
Il volo è nel tardo pomeriggio per cui l’idea era di rimanere un pò in spiaggia, ma visto il tempo alla fine decidiamo di andare a vedere lo zoo di Miami, anche se non siamo particolarmente amanti degli animali in gabbia, vista l’aria triste che spesso hanno.
Lo zoo è molto grande e con animali che provengono da tutte le parti del mondo per cui è comunque un buon metodo per passare alcune ore, in attesa che arrivi l’ora della partenza.
“Ora” che purtroppo si avvicina, per cui non ci resta che tornare in aeroporto, riconsegnare la macchina e sbrigate le solite formalità sederci nei nostri posti sul volo Alitalia di rientro, che in “sole” 10 ore circa ci riporterà a Roma, iniziando naturalmente già a pensare quale potrebbe essere la meta del prossimo viaggio 🙂
Nota sugli hotel
Per chi fosse interessato ad un “approfondimento” sui punti ottenuti con i soggiorni presso gli hotel durante questo viaggio rimando a questo articolo, scritto proprio in occasione di questo viaggio.