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Quest’estate abbiamo deciso di regalarci un viaggio in Islanda, uno degli Stati del nord Europa che ancora non avevamo avuto modo di visitare.
L’organizzazione, come spesso ci accade, è stata fatta abbastanza all’ultimo momento, ma, salvo alcuni “cambiamenti in corsa” siamo riusciti a visitare praticamente tutti i posti che ci eravamo prefissati.
In questo articolo (in realtà saranno due) potete trovare le tappe che, in circa 15 giorni e dopo aver percorso 4726 km ci hanno permesso di fare l’intero giro dell’isola, con alcune deviazioni verso l’interno.
Per brevità cercherò di darvi solo le informazioni base, in modo che possiate eventualmente prendere spunto da questi due articoli (appena possibile pubblicherò anche la seconda parte) per pianificare le vostre tappe per un tour completo dell’Islanda in totale autonomia, lasciando magari ad altri articoli l’approfondimento sulle singole cose da vedere.
Noi, a differenza di molti altri, abbiamo fatto il giro in senso antiorario, non chiedetemi perchè ma ho poi scoperto che in tanti lo fanno in senso orario.
Non credo che un senso o l’altro siano migliori, noi abbiamo deciso in modo del tutto casuale, se comunque anche voi volete farlo in senso orario potrete comunque tenere questi articoli come base, si tratterà solo di partire dal fondo.
Se invece qualche esperto dell’Islanda legge questi articoli, e ci fa sapere se e perchè a suo parere è meglio il giro in senso orario, lo sapremo per la prossima volta.
Il primo giorno è praticamente tutto dedicato al viaggio per raggiungere l’Islanda. Partiti da Monaco con un volo IcelandAir atterriamo nel tardo pomeriggio all’aeroporto internazionale di Keflavík (KEF), cittadina a poca distanza dalla capitale, Reykjavík.
Come prima cosa andiamo a ritirare l’auto presso gli uffici di Hertz, come da prenotazione è una Dacia Duster, auto che si rivelerà indispensabile per guidare su alcune strade sterrate.
Ritirata l’auto ci dirigiamo al Hotel Keflavik, l’albergo scelto per la prima notte. L’hotel è a pochi chilometri dall’aeroporto e si è dimostrato una buona scelta, se ripassassi da queste parti sicuramente lo prenderei in considerazione per un nuovo soggiorno. All’interno dell’hotel c’è anche un ristorante, che almeno secondo varie recensioni è molto buono.
Noi però, per la prima cena, abbiamo optato per qualcosa di diverso… cena al ristorante Thai che si trova vicino all’hotel (è raggiungibile a piedi).
Per raggiungerlo, appena usciti dall’albergo, svoltate a destra, alla prima rotatoria di nuovo a destra e siete praticamente arrivati.
Sicuramente non è un ristorante come quelli che potete trovare in Thailandia però non è niente male e ha prezzi molto ragionevoli. Noi ci siamo trovati bene ed infatti, come vedremo, ci siamo tornati anche l’ultima sera, alla fine di questo viaggio.
Nota sugli hotel: come avrete modo di vedere in questi hotel, e altri nelle zone vicine, l’acqua calda ha un odore di zolfo… è normale, anche se può dare un pò fastidio, perchè proviene da fonti geotermiche.
Da programma oggi avremmo dovuto andare come prima tappa a Þingvellir (Thingvellir), ma riguardando un pò la cartina e le cose da vedere ci sembra troppo lunga, quindi per iniziare al meglio decidiamo subito di fare una modifica, lasciando Þingvellir per gli ultimi giorni.
Prima tappa quindi Geysir, famoso per essere considerato il più antico geyser conosciuto, e dal quale hanno preso il nome tutti gli altri fenomeni geotermici di questo tipo.
Non me ne vogliano gli islandesi ma, Geysir è sicuramente una tappa da fare, se non altro perchè, essendo sul circolo d’oro, è facilmente raggiungibile da Reykjavík, però, almeno per chi come noi ha avuto modo di visitare Yellowstone non si è sicuramente rivelato come “indimenticabile”.
E’ comunque “sulla strada”, quindi una piccola sosta non fa male. C’è un ottimo parcheggio e il geyser è abbastanza regolare per cui in pochi minuti potete vederlo in azione.
Da li ci spostiamo verso le prime cascate che vedremo in Islanda: Gullfoss. Queste sì che valgono la strada in più che si deve percorrere per raggiungerle, e poi, abbiamo pure la fortuna di arrivarci con il sole, cosa che non è sempre scontata in Islanda.
L’unica pecca è che purtroppo sono comodamente accessibili, quindi c’è parecchia gente, ma questo purtroppo è un problema che avrete in varie zone, soprattutto se visiterete l’Islanda in estate, periodo di maggior afflusso turistico.
Dopo la visita delle cascate, torniamo verso sud. Lo scopo è andare a prendere la strada 26, per spostarci verso le mete del pomeriggio.
Poco dopo mezzogiorno passiamo all’hotel Leirubakki, dove trascorreremo la notte. E’ solo una sosta rapida per prendere le chiavi della stanza.
Per il pomeriggio prevediamo di essere molto impegnati e non sapendo a che ora arriveremo la sera abbiamo preferito contattare la struttura e chiedere se potevamo fare in check-in anticipato.
Ritirate le chiavi percorriamo la strada 26 verso nord, incontrando il primo tratto di sterrato.
Rispetto ad altri che abbiamo poi percorso durante il viaggio è sicuramente uno sterrato comodo, però sinceramente non ho capito il senso…. prima e dopo la strada è asfaltata, in mezzo ci sono circa 15 km (ora non ricordo esattamente) di strada sterrata, mistero delle scelte islandesi.
“Finita” la 26 svoltiamo a sinistra sulla 32 e dopo pochi chilometri prendiamo la 332 (sulla destra) per andare a vedere le cascate di Haifoss.
La 332 è una strada sterrata, non è lunga, ma una parte è abbastanza ripida. Nel parcheggio abbiamo visto anche berline, personalmente però vi sconsiglio di percorrerla se avete un’auto “bassa”, ricordatevi che probabilmente l’assicurazione non paga i danni.
Le cascate sono belle e soprattutto poco frequentate, posto ideale per una “pausa pranzo”.
Da lì torniamo indietro, ripercorrendo lo stesso tratto della 32 e poi imbocchiamo la F26, direzione “Highland Center Hrauneyjar”.
E’ la prima F che percorriamo, ma pur essendo una strada che dovrebbe essere impegnativa è, almeno per il pezzo da noi percorso, tutta asfaltata.
Superiamo l’Highland Center e poi imbocchiamo la F208, direzione Landmannalaugar.
La F208 è una F in tutto e per tutto, non sarà sicuramente una delle più difficili, ma è uno sterrato abbastanza impegnativo, che vi permette però di ammirare parte degli altopiani interni dell’Islanda.
Se avete un 4×4 vi consiglio vivamente questa deviazione, i paesaggi meritano sicuramente e se poi avete la fortuna di trovare bel tempo ci sono varie possibilità di trekking.
Prima di arrivare a Landmannalaugar (o al ritorno), un pò prima che la F208 incontri la F225 è indicata una breve deviazione per un lago Bláhylur che si trova all’interno del cratere, vi consiglio la breve deviazione, che potete fare all’andata o al ritorno.
Dicevo…. bel tempo…. noi purtroppo non siamo stati fortunati e una leggera pioggerellina ci ha un pò rovinato il pomeriggio, anche se siamo riusciti a fare una breve passeggiata di un’oretta… peccato, sarà per la prossima volta.
Al ritorno ci siamo fermati a cena all’Highland Center, non è affatto male e comunque in zona non ci sono molte altre alternative.
Arrivati in albergo ci siamo rilassati un pò nella “mini” piscina con acqua termale e poi siamo andati a riposare.
L’hotel Leirubakki lo abbiamo prenotato all’ultimo, era uno dei più vicini che ci permettesse la deviazione nella zona di Landmannalaugar. E’ un hotel discreto, con una buona colazione, non è però un hotel dove vi consiglierei di passare più di una notte.
Al mattino presto riprendiamo la 26, di nuovo direzione nord, ma solo per pochi km, l’idea è di prendere la 268 per tornare verso sud da una strada diversa rispetto a quella percorsa il giorno prima.
Secondo la cartina la 268 dovrebbe avere qualche km di sterrato all’inizio…. non credeteci, è quasi tutta sterrata, anche in questo caso con alternanza di tratti asfaltati a tratti sterrati. E’ comunque molto scorrevole e permette di vedere una parte in più di Islanda.
Ritornati sulla 1, la strada principale che fa il giro di tutta l’isola, ci dirigiamo verso Seljalandsfoss, la famosa cascata alla quale si può “passare dietro”.
E’ famosa, e molto affollata, e qui troviamo uno dei pochi parcheggi a pagamento di tutta l’isola… ma è una sosta che vale comunque la pena fare!
Sfruttando lo stesso parcheggio, in pochi minuti a piedi potete raggiungere anche la cascata di Gljúfrabúi, più piccola e “nascosta”, ma forse più bella.
Riprendendo l’auto e proseguendo sulla strada numero 1 verso est facciamo un’altra sosta alla cascata Skógafoss, decisamente molto grande, peccato solo che la giornata continui a non essere il massimo come meteo.
Proseguiamo poi verso Vik, cittadina sul mare famosa per la spiaggia nera li vicino. Prima di raggiungere la cittadina ci fermiamo al faro di Dyrhólaey da cui si gode una magnifica vista sulla spiaggia di Vik.
Il mio consiglio è sia di salire fino al faro, si può fare sia in macchina sia a piedi, sia di andare al parcheggio in fondo alla strada del promontorio, parcheggio dal quale eventualmente si può salire a piedi al faro.
Vicino al parcheggio c’è anche un bel bagno pubblico. Ok, so che non vi interessa probabilmente sapere proprio tutte le soste, ma ve lo segnalo perchè è uno dei pochi bagni pubblici a pagamento che abbiamo trovato ma soprattutto perchè anche qui si può pagare senza problemi con la carta di credito, come del resto ovunque in Islanda.
Da li poi, per pranzo, ci siamo spostati a Vik, dove abbiamo mangiato al ristorante collegato al distributore N1.
Dopo pranzo, e dopo due passi sulla spiaggia in paese (nulla di particolarmente attraente) siamo tornati leggermente indietro (lo avevamo saltato), seguendo le indicazioni per il “Black Beach Restaurant” siamo arrivati alla Reynisfjara Beach, la spiaggia nera che avevamo visto al mattino dal promontorio.
La spiaggia è famosa sia per il colore nero della sua sabbia sia per le formazioni basaltiche (spero di non sbagliare materiale).
Da qui poi ci siamo diretti verso l’hotel per questa notte, il Klausturhof Guesthouse (buono il rapporto qualità/prezzo) nel paese di Kirkjubæjarklaustur, fermandoci prima al Fjaðrárgljúfur, che offre bei panorami. Anche in questo caso una parte della strada è sterrata, ma tutto sommato senza particolari problemi.
Kirkjubæjarklaustur è un piccolo paese con alcuni hotel, dei distributori di benzina e un paio di ristoranti, fra cui abbiamo scelto, viste le recensioni il Systrakaffi. E’ piccolo e se arrivate all’ora sbagliata probabilmente dovrete fare un pò di coda, ma ne vale la pena, quindi magari se siete in zona prima provate a prenotare!
Di nuovo sulla strada n. 1.. oggi “ghiacciai”. La prima tappa infatti la facciamo al Skaftafell / Vatnajökull National Park.
Attenzione al parcheggio, è a pagamento, non fate i “furbi” perchè ci sono le telecamere che controllano le targhe! (e’ comunque uno delgi ultimi che si devono pagare)
Lasciata l’auto al parcheggio come prima cosa prendiamo il sentiero che in circa 20 minuti raggiunge la Svartifoss. All’inizio il sentiero è un pò ripido, ma ne vale la pena.
Dopo aver visto la cascata, ritorniamo indietro per alcuni minuti per lo stesso sentiero e poi imbocchiamo una deviazione (è ben indicata) seguendo il sentiero che, passato la collina vi farà arrivare esattamente sopra al ghiacciaio, offrendovi una bellissima vista sullo stesso.
Da qui con un altro sentiero, non vi potete sbagliare, potete tornare al parcheggio.
Purtroppo il sentiero del ritorno arriva esattamente su quello da cui siete partiti…. per cui da lì dovrete prendere l’altro sentiero, quasi una strada, che, questa volta in piano, vi porta fino al ghiacciaio vero e proprio e alla prima laguna che si forma con lo scioglimento dei ghiacci.
La vista dal basso è sicuramente molto bella, e più semplice da raggiungere, però dall’alto, anche se un pò faticoso, è tutto un’altra vista, e soprattutto sarete in pochi, visto che la maggior parte dei turisti si ferma sotto.
A proposito, arrivate vicino al ghiacciaio, non si riesce a toccare ma ci manca poco, comunque siete molto vicini e l’aria che scende dal ghiacciaio, anche se per caso siete fortunati come noi e troverete il sole è decisamente fredda. Quindi anche se c’è il sole portate una giacca pesante. Per capirci noi abbiamo fatto praticamente tutto il sentiero “in piano” in maniche corte, gli ultimi 10 minuti di strada con felpa e giacca antivento.
Riprendendo la strada n.1 sempre verso est (faremo tutta la costa) avrete la possibilità di ammirare dei bei panorami (dipende molto dal meteo) soprattutto su tutta l’aera dei ghiaccia che avrete praticamente sempre in vista.
Raggiungiamo così la meta successiva: la laguna glaciale di Fjallsárlón, più piccola della successiva che visiteremo ma in ogni caso non lasciatevela scappare.
Purtroppo il meteo non aiuta, e le nuvole tornano a farsi vedere insistentemente. Credo che in estate la zona sia spesso coperta da nuvole, terreno e mare “caldo” per quanto lo possano essere in Islanda e ghiacciai con correnti fredde creano un mix ideale per il brutto tempo.
Visto l’avvicinarsi delle nubi decidiamo di spostarci alla laguna successiva la Jökulsárlón, molto più grande (sono sicuro) e molto più famosa (credo).
Il mio consiglio è di fermarvi nei parcheggi lungo la strada, prima di raggiungere la laguna vera e propria e il centro visitatori, perchè il parcheggio principale è, credo, sempre molto pieno.
In ogni caso prima del ponte (lo vedete non preoccupatevi) sulla sinistra c’è un piccolo parcheggio…. fermatevi lì come prima sosta.
Sempre prima di raggiungere il ponte svoltate a destra, impossibile non vedere le insegne ma se proprio non le vedete seguite tutte le macchine che lasciano la strada principale e fermatevi nel parcheggio della spiaggia Diamond Beach.
Bellissima spiaggia di sabbia nera con in più iceberg (o miniiceberg) arenati… se non vi viene voglia di fare almeno una foto potete lasciare a casa la macchina fotografica.
Infine, passato il “famoso” ponte, sulla sinistra trovate il parcheggio principale della Jökulsárlón.
A proposito di lagune, su entrambe è possibile fare un tour in gommone, per essere portati a navigare in mezzo agli iceberg. Noi non lo abbiamo fatto per vari motivi, il costo “islandese” del tour e il brutto tempo sono stati sicuramente di aiuto nella scelta, ma in realtà avevamo già fatto un’esperienza simile sul Lago Argentino (ok prima o poi troverò il tempo di raccontarvi anche dell’Argentina) quindi non ci sembrava il caso di replicare “perdendo” anche tempo, visto che le ore a nostra disposizione non erano tantissime per tutte le cose che volevamo vedere.
Da lì ci siamo diretti ad Höfn, dove avevamo prenotato per la notte una stanza presso la Nyibær Guesthouse (ve la consiglio se passate da queste parti).
A Höfn siamo andai a cena al Pakkhús Restaurant. Ristorante molto carino di cui si leggono buone recensioni su internet. Personalmente ci siamo trovati bene e non abbiamo speso molto, però attenzione… se volete ordinare l’aragosta (che poi comunque sono aragostine) il conto diventa molto salato!!
Dopo cena siamo andati a Stokksnes, una zona con una bella spiaggia, grandi dune e con scogliere decisamente imponenti. Lungo la strada c’è anche una ricostruzione di un piccolo villaggio Vikingo, se non sbaglio usato anche in qualche film/serie.
La zona è carina ma non imperdibile e l’ultimo tratto di strada è a pagamento, c’è una stanga e una macchinetta per pagare il pedaggio… valutate voi se avete un’oretta da perdere.
Lasciamo Höfn abbastanza presto dopo un’abbondante colazione, oggi ci aspetta una tappa piuttosto lunga. L’obiettivo infatti è quello di passare tutti i fiordi orientali, risalire tutta l’Islanda e arrivare a Þórshöfn, nell’estremo nord, dove abbiamo prenotato presso la Grásteinn guesthouse.
Il meteo purtroppo è proprio brutto, per cui rovina molto la vista. La strada comunque offre dei bei punti panoramici, quando non sono coperti dalle nubi.
Probabilmente con il sole sarebbe stato tutto un’altra giornata, ma si sa, nel nord il meteo (spesso) non aiuta.
L’idea, oltre a spostarci a nord, era quella di andare a visitare la penisola di Langanes, ma purtroppo visto il meteo abbiamo deciso di lasciarla per una prossima volta.
La cena in questa occasione l’abbiamo fatta al Báran Restaurant, bel ristorantino sul porto di Þórshöfn e credo anche l’unico ristorante della zona.
Questa, probabilmente anche a causa del viaggio, è probabilmente l’unica tappa che si potrebbe anche saltare, andando diritti verso la zona di Mývatn.
Al mattino riprendiamo l’auto e seguiamo la strada 85 direzione Húsavík, cittadina che però non raggiungeremo (oggi).
Dopo un pò infatti abbandoniamo la strada 85 per prendere la 864, strada tutta sterrata, ma comoda, che potete percorrere, con un pò di attenzione, anche con una berlina, strada che ci permette di raggiungere prima la cascata di Hafragilfoss e poi il parcheggio da dove, a piedi si possono raggiungere le cascate di Dettifoss e di Selfoss.
Attenzione, dal parcheggio si raggiunge prima a piedi Dettifoss e poi proseguendo sullo stesso sentiero Selfoss. Nella prima parte il sentiero è molto ampio e l’indicazione per la seconda cascata è piuttosto piccola… vedete di non “saltarla”.
Proseguendo poi sempre sulla 864 si raggiunge la strada 1, pochi km e poi svolta a destra sulla 862. La 862 è asfaltata per la prima parte, fino al parcheggio da cui potrete vedere di nuovo entrambe le cascate di di Dettifoss e di Selfoss dall’altro lato.
“Purtroppo” è asfaltata, quindi tutti i pullman dei tour organizzati portano i turisti a questo parcheggio per vedere le due cascate. Vale sicuramente la pena, ma c’è molta più gente che dal lato est (quello con lo sterrato).
Dopo le cascate ci dirigiamo verso la zona di Mývatn, fermandoci prima a visitare la zona vulcanica di Krafla. Qui oltre al famoso lago ci sono un altro paio di parcheggi con dei percorsi che vi consiglio, in particolare quello nella zona geotermale, per capirci, superata la centrale, il primo parcheggio pubblico a sinistra.
Ripresa l’auto torniamo sulla 1, saltando Hverir, la zona geotermale vicina alla strada principale, zona che visiteremo domani, direzione Laugar, dove abbiamo prenotato per due notti presso l’Hótel Laugar (quando si dice la fantasia nei nomi).
Prima di raggiungere l’albergo facciamo un’ultima sosta al Vindbelgjarfjall, “montagna” vicina al lago, dalla cui sommità si gode di una bellissima vista su tutta la zona. Avevamo letto che ci volevano circa 20 minuti per arrivare al punto panoramico, in realtà ci vogliono circa 20 minuti (scarsi) per arrivare dal parcheggio all’inizio della salita. Per arrivare al punto panoramico… che poi sarebbe la cima, ci vuole un pò di più. Noi siamo saliti e scesi in circa un’ora e mezzo… a fine giornata 250m di dislivello si fanno sentire, ma ne vale la pena se il meteo lo permette.
Siamo poi andati in hotel, abbastanza stanchi, ma con ancora la forza per uscire ed andare a cena al Dalakofinn Restaurant, uno dei due ristoranti del paesino. L’altro era nel nostro hotel, ma se ti classifichi secondo su due…. e cmq l’hotel è molto grande e punto di sosta anche per i pullman dei tour, temo che il ristorante fosse abbastanza pieno.
In ogni caso, al Dalakofinn abbiamo mangiato una pizza per niente male. Non è sicuramente una pizza italiana, ma è comunque apprezzabile.
Dall’hotel riprendiamo la 1 per alcuni chilometri, fino ad incontrare il bivio con la 842, strada sterrata che percorreremo per un bel tratto (circa 40 km), per arrivare a vedere due cascate. Attenzione, prima di raggiungere le cascate la strada diventa F26. Il tratto che dovrete percorrere è relativamente breve e non prevede il passaggio di guadi (anche se sono segnalati ma sono più avanti), vi ricordo comunque che le strade segnate con F sono percorribili, per legge, solo in 4×4.
La prima che incontriamo è la cascata di Aldeyjarfoss per poi arrivare, dopo pochi km alla Hrafnabjargafoss.
Se avete un 4×4 e il tempo per raggiungerle è sicuramente una deviazione che vale la pena fare, sono molto interessanti e molto poco frequentate.
Entrambe le cascate sono formate dal fiume Skjálfandafljót, lo stesso che forma anche la cascata di Goðafoss (Godafoss), probabilmente una delle più famose dell’isola e che abbiamo raggiunto successivamente, dopo essere tornati sulla strada asfaltata.
Nel pomeriggio siamo infine andati a visitare la zona geotermale di Hverir, vicino a Myvatn, che avevamo saltato il giorno precedente.
Abbiamo tempo a disposizione per cui decidiamo di tornare a vedere le cascate di Dettifoss e di Selfoss dal lato est (quello sterrato)… pessima idea, neppure il tempo di arrivare che le nubi tornano alla carica, portato una nebbia fitta che non permette di vedere neppure l’inizio della cascata.
Decidiamo quindi di tornare indietro e andare alle Myvatn Nature Baths, le terme di Mývatn. Non saranno la Laguna Blu vicino a Reykjavík, ma sono le seconde di Islanda per importanza, un pò più piccole, ma molto più economiche.
Completiamo la giornata con una buona cena abbondante al ristorante del Vogafjós Farm Resort, ristorante particolare, non fosse altro per la grande vetrata che dalla sala da pranzo permette di vedere la stalla con le mucche della fattoria. Se non è carne a km 0 la loro non saprei dove trovarla 🙂
Torniamo poi in hotel…incredibile, la seconda notte nello stesso albergo… quasi un evento… abbastanza presto, domani ci aspetta una delle tappe più dure di tutto il nostro tour dell’Islanda, quindi meglio riposare un pò.
Ma questa è un’altra storia, di un altro giorno, ed è il punto di partenza del secondo articolo dedicato alle tappe del nostro viaggio in Islanda.
NOTA: mi scuso per le foto. Non ho ancora avuto tempo di mettere mano a quelle fatta con la reflex. Per ora quindi vi lascio solo alcune foto fatte di fretta con il cellulare, spero di riuscire a sostituirle a breve. In ogni caso internet è pieno di stupende foto dell’Islanda, terra molto amata dai fotografi professionisti e amatoriali.