Il “Sellaronda” o “giro dei passi”, per chi non lo conosce, è un tour che vi permette, sci ai piedi, di attraversare alcune delle zone più belle delle Dolomiti.
Come dice il nome il percorso fa tutto il giro del gruppo del Sella, toccando in modo particolare 4 dei 12 comprensori sciistici che partecipano al Dolomiti Superski.

Le 4 zone in questione sono la Val di Fassa, la Val Gardena, l’Alta Badia e la valle di Fodom in particolare Arabba, tutte zone collegate fra loro e nelle quali è possibile sciare con un unico skipass giornaliero.

E’ anche chiamato “giro dei 4 passi” o semplicemente “giro dei passi” perchè tocca ben 4 fra i piàù famosi passi dolomitici:

  • passo Gardena: che collega la Val Gardena all’Alta Badia
  • passo Campolongo: fra l’Alta Badia e Arabba
  • passo Pordoi: che collega Arabba con Canazei, in Val di Fassa
  • passo Sella: fra la Val di Fassa e la Val Gardena

Guardando le informazioni e la cartina disponibili sulla pagina ufficiale del giro potete vedere che, il percorso può essere fatto in entrambi i sensi orario e antiorario e può essere iniziato in qualsiasi punto all’interno dei 4 comprensori sciistici che vengono attraversati.

In realtà, grazie ai molti collegamenti offerti dal Dolomiti Superski il giro è percorribile anche partendo da alcune zone “periferiche” rispetto alle 4 che vengono toccate direttamente. In questo caso però considerate che il tempo di percorrenza si allunga, quindi fate bene i calcoli sulle vostre capacità/velocità, onde evitare di non riuscire a “chiudere” il giro e trovarvi alla sera, quando gli impianti chiudono, troppo lontani dalla vostra meta.

Il giro dei passi può essere fatto più o meno da tutti. Naturalmente, se è la prima volta che mettete gli sci, evitatelo, sono, nella versione più breve, circa 26 km di piste. Non sono tanti, ma se siete proprio alle prime armi, magari sono un pò troppi.

Se invece riuscite a sciare tutto il giorno senza grossi problemi, e se siete in zona, è un giro che vi consiglio caldamente di fare. Potrete sciare tutto il giorno praticamente senza rifare mai la stessa pista, a meno che non lo vogliate.

Come ho detto poco sopra, il giro “ufficiale” prevede circa 26 km di piste, più le risalite, in tutto sono circa 40 km. Però, almeno a mio avviso, è un peccato limitarsi solo a quelle che strettamente rientrano nel giro, con alcune “piccole” deviazioni si possono infatti aggiungere varie altre piste interessanti, ma mi raccomando se fate deviazioni tenete sott’occhio l’orologio e gli orari di chiusura.

Il consiglio che normalmente viene dato, dal consorzio del Dolomiti Supeski, è quello di “superare l’ultimo passo” almeno un’ora prima della chiusura degli impianti.

Se non siete grandi sciatori, o comunque se non conoscete molto bene la zona, è un consiglio che vi invito fortemente a seguire. Se invece conoscete bene le varie piste e le vostre capacità… potete azzardare anche qualche deviazione in più e arrivare sull’ultimo impianto proprio pochi secondi prima della chiusura.

Tenete comunque a mente che le ultime piste probabilmente non saranno in condizioni ottime, che facilmente ci sarà un pò di “traffico” di rientro e soprattutto che le vostre gambe non saranno fresche come al mattino.

Prima di procedere alcune informazioni, relative allo skipass. Per effettuare tutto il giro è necessario fare lo skipass “Dolomiti Superski”, costa qualche euro in più rispetto a quello “di valle”, ma vi permette di sciare su tutti gli impianti del consorzio, mentre quello “di valle” è valido solo per la zona dove viene emesso.

Il mio consiglio, se andate a sciare in queste zone con una certa regolarità è comunque quello di attivarvi il servizio direct to lift  con addebito diretto su carta di credito. Lo fate una volta e non ci pensate più, inoltre vi verrà addebitato l’importo corretto, di valle se rimanete nella stessa zona, “Dolomiti Superski” se passate in altre zone, senza rischi di commettere errori. Se poi lo usate spesso avrete anche uno sconto del 10%, a partire dal settimo giornaliero.

Prima di vedere nel dettaglio il giro che solitamente facciamo noi un’ultima considerazione, forse banale: è’ un giro lungo che si fa d’inverno, all’aria aperta,  per vari motivi, in particolare dovuti alle condizioni meteo NON sempre è aperto. Prima di partire verificate sul sito o agli impianti se è aperto e se lo è in entrambi i sensi, o nel senso che volete fare voi 🙂

 

Si parte…dalla Val Gardena

Prima di partire una precisazione, i numeri degli impianti o delle discese sono quelli riportati sulle cartine ufficiali delle singole zone, le trovate tutte sul sito del Dolomiti Superski oppure seguendo i link che trovate in fondo all’articolo.

In un vecchio articolo vi ho detto che amo molto l’Alta Badia, in particolare quando ci fermiamo più giorni, ma molto spesso andiamo a fare il giro dei passi anche in giornata. Per cui il nostro punto di partenza “classico” è da Selva di Val Gardena, che per noi è raggiungibile più comodamente.

E’ un percorso che conosciamo bene, e che facciamo più volte all’anno, quindi riusciamo a tararci bene sulle eventuali deviazioni, senza mai correre troppi rischi di non terminare il giro in tempo.

Le deviazioni sono tante e non sempre le facciamo tutte, diciamo comunque che in media il percorso prevede dai 40 ai 50 km di discese, dipende un pò dal tempo, dalla voglia e dal “traffico”.

Di solito, se andiamo in giornata, non siamo fra quelli che arrivano agli impianti “prima dell’apertura”, in media iniziamo a sciare fra le 9 e le 9.30 e quasi sempre verso le 16 abbiamo finito tutto il percorso. Sono in ogni caso 6/7 ore di sci a una velocità media, che, seppur non molto sostenuta, non è neppure bassissima, quindi se seguirete queste indicazioni, come ho già avuto modo di dire, tenete d’occhio l’orologio ed eventualmente saltate qualche deviazione o qualche pausa.

Vi ho detto che di solito noi partiamo da Selva di Val Gardena, e in particolare dall’impianto Dantercepies, visto che il giro che più ci piace è in senso orario.

Non so quanto conoscete la zona, in ogni caso, salendo la valle da Ortisei attraversate il paese di Selva, passate il primo impianto che trovate in paese (sulla destra), anche perchè lì è quasi impossibile trovare parcheggio, superate il semaforo pedonale e prendete la prima strada a sinistra. Da lì in pochi minuti raggiungerete il parcheggio (coperto) e l’impianto in questione.

Alla partenza, se serve, c’è anche un negozio dove potete noleggiare l’attrezzatura e naturalmente le casse, per chi deve fare il giornaliero.

L’impianto Dantercepies ha una stazione intermedia, voi però dovrete rimanere sull’impianto fino in cima, mi raccomando non scendete a metà. Arrivati in cima sorge subito il primo dubbio: facciamo questa pista?

La pista o meglio, le due piste, nera a destra, rossa a sinistra, che tornano verso Selva sono molto carine e se non le fate ora difficilmente riuscirete a farle alla sera, vedete voi. Noi di solito però le saltiamo, per non dover rifare la coda del primo impianto, che magari al mattino vi ruba qualche minuto.

Sugli impianti del Dolomiti Superski è difficile fare grandi code, però sul “primo” al mattino, quando tutti iniziano a sciare, qualche minuto di coda può capitare, vedete voi.

All’arrivo dell’impianto c’è anche un bar, con una bellissima vista sulla Val Gardena e sull’Alta Badia, ideale per un aperitivo serale, potete anche fare una sosta per un primo caffè, però se come capita a me, la voglia di sciare è alta, magari almeno una pista prima di fermarsi meglio farla.

 

L’Alta Badia

La prima pista del giorno sarà quindi quella che vi porta verso la Val Badia, dovreste vedere le indicazioni per Colfosco o Corvara, comunque non potete sbagliare. La pista è una rossa molto lunga e tranquilla che in parte segue la strada che scende dal Passo Gardena verso Corvara.

Dovete farla tutta, fino in fondo o quasi.  Arrivati praticamente alla fine della pista, sul pianoro di fronte al paese di Colfosco avete 3 possibilità.

La prima, quella che vi consiglio, prendete gli impianti, che avrete a sinistra, per fare le piste di Col Fosco, su questa opzione ci torniamo fra un attimo.

La seconda opzione è quella di prendere la cabinovia, che in piano, vi porterà a Corvara. Se seguite il mio percorso la prenderete fra un pò, se invece volete saltare la deviazione di Colfosco potete prenderla subito.

La terza opzione, è quella di proseguire per pochi metri oltre la cabinovia e prendere la seggiovia poco più avanti. La seggiovia in se ha poco senso, è quella del campo scuola, in realtà la dovreste prendere solo se fate il giro nell’altro senso, per raggiungere poi la cabinovia che vi riporta verso la Gardena…. diciamo che, per oggi la farete solo se sbagliate strada e non volete risalire a piedi.

La deviazione di Colfosco (consigliata)
Se avete deciso per questa prima deviazione (che di solito facciamo) dovete prendere la cabinovia di Colfosco (n.46 sulla cartina della val Badia), arrivati in cima scendete sulla destra, pochi metri e poi prendete la seggiovia Forcelles (nr.50).  Scendete i primi metri di pista e sulla destra troverete il rifugio omonimo, se è una bella giornata questo, come quello successivo, hanno una vista spettacolare. Noi spesso ci fermiamo qui per un caffè e una fetta di torta.

 

Alta Badia - Corvara vista da Collfosco (© FFItalia)

Alta Badia – Corvara vista da Colfosco (© FFItalia)

Continuando la discesa, il mio consiglio è, quando siete in vista della cabinovia, che avete preso prima, di scendere a destra. Questo se non volete rifare la pista. Scendendo a destra infatti arriverete più bassi della seggiovia, eventualmente passate a sinistra e rifate il giro fatto prima.

Qualsiasi opzione scegliate, scesi di qualche centinaio di metri a sinistra troverete un altro impianto, che volendo vi porta sul Col Pradat (altro rifugio con bellissima vista sulla zona di Corvara).

Dal Col Pradat scende una pista nera, molto ripida se state completamente a sinistra, più tranquilla sul lato destro, oppure una blu rimanendo ancora più larghi. E’ una bella pista, ma al mattino è in ombra, questa spesso noi la saltiamo.

C’è anche uno skilift del campo scuola… se vi piace quella pista probabilmente il sellaronda non è fatto per voi 🙂

Qualsiasi opzione scegliate dovete in ogni caso poi completare la pista di Colfosco, tornando nel punto in cui avevate abbandonato il giro “ufficiale” per prendere l’impianto 34 (Borest) che collega Colfosco a Corvara.

 

Corvara
Arrivati a Corvara avete due opzioni. “Spingere un pò” per prendere la seggiovia 29 “Costes da l’ega” oppure prendere la cabinovia del Boè.
Credo valga la pena salire sul Boè, alla seggiovia ci arriverete fra un pò (forse).

Arrivati in cima al Boè il mio consiglio è, soprattutto se il tempo è bello, di “soffrire un pò” e prendere la seggiovia che vi porta ai 2550 metri del Vallon.
Ho detto soffrire un pò perchè purtroppo l’impianto è abbastanza vecchio, lento e senza cupole e nella parte alta spesso l’arietta fresca si fa sentire.
Credo comunque sia una deviazione che vale la pena fare, il panorama vi ripagherà sicuramente.
Unica nota, la pista è una nera. Non è fra le più impegnative ed essendo sempre a favore di sole la visibilità è buona, ma rimane comunque sempre una nera, decidete voi.

Fatto o meno la pista del Vallon dovrete prendere in questo momento una delle decisioni “fondamentali”, andare verso La Villa o direttamente verso Arabba?

Optando per direzione La Villa potrete (lo vedremo dopo) andare a farvi la famosa Gran Risa e altre belle piste dell’Alta Badia, optando invece per andare subito in direzione di Arabba e Porta Vescovo potrete eventualmente raggiungere la Marmolada o almeno dedicare più tempo alle zone successive.

Raggiungere la Marmolada richiede comunque parecchio tempo, e difficilmente riuscirete a farla assieme al Sellaronda.

Arrivati in cima al Boè potrete quindi scegliere di scendere sulla sinistra, tornando verso Corvara o andando dritti (a destra per chi scende dal Vallon) tagliare subito verso Arabba.

Il mio consiglio è di tornare verso Corvara scendendo quindi sulla pista di sinistra. Se prendete questa strada fate attenzione. Il primo tratto di pista è bello largo e al sole, poi c’è un pezzo, molto breve, ma un pò più stretto, spesso con una brutta visibilità perchè in ombra, e spesso con qualche dosso di neve riportata. E’ un tratto molto corto, due/tre curve, ma fatelo con calma, rallentando prima di entrare in ombra.

Ritornati al sole potrete scegliere se scendere seguendo la rossa di sinistra, molto bella e ampia che vi consiglio, o allungare, andando diritti lungo la blu, molto più lunga ma molto lenta.

In ogni caso arriverete di nuovo a Corvara, trovandovi sulla destra la seggiovia del campo scuola (che dovete prendere), la stessa che potevate raggiungere “spingendo” senza salire sul Boè.

Prendete la seggiovia, quando scendete girate subito a sinistra, pochi metri e poi subito la curva a destra, attenzione a tagliare la pista, prendete il collegamento che vi porta all’impianto Col Alto.

In cima scendete per il primo muretto subito a destra dell’impianto poi se tenete la destra potrete fare una rossa per tornare alla partenza dell’impianto. Andando invece a sinistra arriverete alla seggiovia per proseguire il giro.

La pista del Col Alto è carina, non imperdibile, ma ha il vantaggio che spesso non c’è nessuno. Però se le volete fare proprio tutte mettete in conto di non riuscire arrivare a fare il giro in tempo.

Da Col Alto quindi prendete la seggiovia che vi porta fino a Tablà, scendete per l’azzurra a destra e prendete l’impianto che sale verso Piz la Ila (seguite le direzioni per La Villa).

Ricordatevi che la Gran Risa è una pista di coppa del mondo. Le gare di solito si svolgono nella seconda metà di dicembre. Per l’inverno 2019/2020 le gare sono previste nei giorni 22 e 23 dicembre. La pista viene solitamente chiusa alcuni giorni prima, per poter essere preparata e riapre alcuni giorni dopo le gare. Dopo le gare di coppa del mondo infatti la pista viene “fresata” e ripreparata per i “comuni mortali” che non ne uscirebbero vivi scendendo per una pista ghiacciata/barrata per una gara di coppa del mondo. Verificate quindi che la pista sia aperta se volete fare il giro in quel periodo, altrimenti potete saltare la “deviazione”.

Arrivati in cima a questo impianto prendete il collegamento di sinistra, seguite le indicazioni per la pista 17 (non sono scaramantici da quelle parti), sia nera che rossa. Anche se non siete sciatori esperti non vi spaventate, il primo pezzo è tranquillo, anzi il mio consiglio è di lasciar correre gli sci, c’è un bel tratto quasi piano.

Alla fine del piano troverete un incrocio…. FERMATEVI prima di entrare in pista!!!!

Prima di tutto, fate attenzione, alla vostra destra scende il primo muro della Gran Risa (si può fare solo prendendo la cabinovia che parte da La Villa), non è fra i più impegnativi, però fate attenzione ad immettervi, cercate di non tagliare la strada a chi sta scendendo per la pista principale.

Poi dovete prendere una decisione, la pista della Gran Risa…. versione “nera” o “rossa”? La nera è bella ripida e lunga, probabilmente una delle più impegnative della zona. Se non siete sicuri delle vostre capacità, della situazione della neve o altro…. lasciate perdere, fatevi la rossa che è più lunga e molto bella.

Dovete però decidere ora, dopo non si può cambiare idea. Se volete fare la nera, di coppa del mondo, prendete la pista a sinistra, se invece volete farvi una bella sciata rilassante attraversate (facendo attenzione) la pista e prendete il lato destro.

In ogni caso arriverete nello stesso posto, all’impianto della Gran Risa.
Piccola nota per i gruppi che si dividono a questo punto, l’arrivo della rossa e della nera NON sono nello stesso punto. Quindi eventualmente arrivati in fondo alla pista il punto di ritrovo è davanti all’impianto di risalita, NON in fondo alla pista.

Dal parcheggio della Gran Risa, volendo, parte anche una seggiovia che vi porta verso altre piste de La Villa e da qui, oltre verso gli altri impianti della Badia e, ma in questo caso serve prendere un autobous, fino a Plan De Corones…. ma è una deviazione troppo lunga… sarà per un altro giorno.

Risaliti di nuovo in cima prendete una delle due rosse a sinistra (16a o 16B) e da lì la seggiovia che vi porta al Piz Sorega (seguite le indicazioni per questo posto).

Dal Piz Sorega potete scendere verso San Cassiano (ci sono le indicazioni) seguendo la pista 11. E’ una blu, scorrevole e abbastanza divertente. A metà c’è anche il ristorante Saraches, che può essere un buon punto di sosta.

In alternativa, ma mi sembra dovete spingere un pò potete prendere la 12, che è una rossa molto bella.
Lo scopo della deviazioni a San Cassiano è proprio per fare questa pista, se scendete dalla 11 quindi dovete risalire, fare la 12 e risalire.

Dal Piz Sorega poi in ogni caso dovete seguire le indicazioni per Punta Trieste e Pralongia. Quindi, scendete a destra sulla blu 28, prendete l’impianto che vi porta a Bioch, fate la 7 (sempre blu) prendete l’impianto per Pralogia.

Si purtroppo se si vuole andare a fare la Gran Risa, poi per tornare sul Giro dei Passi bisogna farsi qualche azzurra, sono comunque veloci e credo sia una deviazione che vale la pena fare.

Arrivati a Pralongià ad occhio sarà quasi ora di pranzo. Noi di solito ci fermiamo al rifugio Incisa. Per raggiungerlo, da Pralongià dovete prendere la blu 33, dovete tenere lo skilift sulla vostra sinistra. Il rifugio è il secondo che incontrate lungo la pista, subito dopo la partenza dello skilift.
E’ piccolino e molto tranquillo ma si mangia bene, a prezzi ragionevoli ed essendo in una valle abbastanza riparata spesso si riesce a mangiare all’aperto anche in pieno inverno (se c’è sole).

Purtroppo nella stagione 2018/2019 la pista per raggiungerlo non è mai stata aperta (non so perchè). Eventualmente potete optare per il rifugio Pralongià o per quello successivo sul Monte Cherz, entrambi con una bella vista, dove si mangia bene, però sono più grandi e affollati. Questi due se non sbaglio hanno anche stanze, caso mai voleste passare qui qualche notte, il problema eventualmente è trovare posto!!!

Qualsiasi scelta facciate per pranzo da Pralongià dovete scendere fino a La Vizza e poi prendere la seggiovia che vi porta al Monte Cherz (direzione Arabba). Personalmente spero che l’impianto venga rifatto il prima possibile, è una seggiovia due posti abbastanza vecchia e molto lenta!!.
Se volete e avete tempo a La Vizza potete anche risalire a Pralongià e fare la pista 34. E’ una pista azzurra, ma se fatta tipo super G può essere molto divertente. Peccato solo che questo impianto di risalita, pur essendo un 6 posti veloce non è coperto e spesso c’è una bella aria, diciamo che è spesso uno degli impianti più “freddi”, anche se non è molto alto.

 

La Marmolada vista dall'impianto per salire al Monte Cherz (© FFItalia)

La Marmolada vista dall’impianto per salire al Monte Cherz (© FFItalia)

 

Dal Monte Cherz partono due piste, che arrivano entrambe nello stesso posto, passo Campolongo. A sinistra è una pista azzurra (30) a destra una rossa (31). Attenzione se fate la blu. Dopo l’ultima curva, se fate il muro completamente a destra è molto ripido per una blu, direi che è molto ripido anche per una rossa, non arrivateci con troppa velocità.

Finita la pista purtroppo c’è da attraversare la strada e poi spingere un pochino per arrivare a prendere il primo impianto di Arabba.

 

Arrabba, Porta Vescovo e la Marmolada

Attraversata la strada se volete continuare il giro dovrete prendere l’impianto 7, a sinistra, verso il Bec de Roces. E’ facilmente individuabile perchè all’ingresso ci sono i cartelli che avvisano del termine della validità dello skipass della Val Badia, voi naturalmente avrete il “Dolomiti Superski”, quindi non c’è problema.

Da considerare comunque che, se siete partiti da Selva, questo è l’ultimo punto utile per “abortire” il giro, in caso abbiate fatto particolarmente tardi, siate stanchi o il meteo stia peggiorando.

Da qui infatti potete eventualmente prendere l’impianto di destra che vi riporta verso il Boè e da qui ritornare verso Colfosco, il passo Gardena e poi scendere a Selva.

A questo impianto potrete arrivare anche se, sul Boè avrete optato per scendere sulla destra, saltando tutta la zona dell’Alta Badia.

Se invece volete continuare il giro dal Bec de Roces potete prendere la nera 24 (non è impegnativa) o la rossa 27 (a destra).

Entrambe le piste confluiscono poi sulla 26, un’azzurra tranquilla che vi porta verso il paese di Arabba.

Unica cosa da fare attenzione, anche se ben indicato, prima dell’ultimo “muretto”, in vista del paese dovete prendere l’impianto sulla destra, è una seggiovia che vi permette di attraversare la valle (e il paese) senza dover fare una passeggiata troppo lunga. E’ pochi anni che c’è questo impianto, ma è decisamente comodo!!!

Se sbagliate, o prendere l’impianto, ritornate su e rifate la pista oppure attraversate il parcheggio e la strada (come si faceva fino ad un pò di anni fa) e andate agli impianti per Porta Vescovo a piedi.

Scendete dalla seggiovia e raggiungete poi gli impianti di Porta Vescovo. Pensando intanto a quale opzione scegliere per la prossima risalita, anche tenendo conto delle successive note.

Da Arabba partono tre impianti, praticamente nello stesso posto. Vediamo quali sono e quale prendere, arrivando dalla pista ….visto che non avete sbagliato strada all’impianto precedente e non avete dovuto farvela a piedi 🙂

L’impianto più a sinistra, ripeto guardando dalla pista, è la cabinovia Portados (impianto 3) che non arriva fino in cima. E’ il più nuovo dei tre impianti. Se prendete questo arrivate solo fino a metà del monte, dovrete poi fare una breve pista per prendere la seggiovia 9 che vi porta giusto sotto al “muro” di Porta Vescovo.

Gli altri due impianti che partono da Arabba sono la Funivia, che arriva direttamente a Porta Vescovo o la cabinovia (impianto a destra) che arriva praticamente nello stesso punto della funivia ma fa una fermata intermedia…. se volete andare sulla Marmolada dovete scendere all’intermedia, altrimenti rimanete su fino in cima.

Deviazione per la Marmolada (sconsigliata)

Premesso, io non ho mai fatto Marmolada e Sellaronda tutto in una volta.

In ogni caso, dall’intermedia eventualmente dovete prendere una seggiovia, fare una discesa piuttosto corta, prendere un’altra seggiovia, fare tutta la discesa lunga per arrivare alla prima delle 2 funivie per salire sulla Marmolada, fare la coda (spesso lunga) salire fino in cima, fare tutta la lunghissima discesa della Marmolada, prendere la seggiovia che vi riporta a metà strada, fare la successiva discesa, impianto di risalita e nuova discesa per tornare all’intermedia di porta Vescovo.

Considerando che la sola salita e discesa della Marmolada, magari con una piccola pausa dalla terrazza panoramica in cima, richiede, di solito almeno 45/60 minuti, aggiungendo i collegamenti vari diciamo che è una deviazione che richiede circa 2 ore.

Se volete “provarci” il mio consiglio è, come avevo accennato prima, dal Boè prendere la pista a destra che vi porta subito a Passo Campolongo, saltando tutta la zona dell’Alta Badia e andare subito verso Arabba.

Che decidiate o meno di andare sulla Marmolada, se prendete la funivia o l’impianto di destra arriverete in cima a Porta Vescovo.

Porta Vescovo

Se siete arrivati qui, ricordatevelo è stata una vostra scelta, potevate tranquillamente prendere l’impianto di sinistra e arrivare sotto al primo muro.
La pista che scende da Porta Vescovo, se guardate la cartina, è indicata come rossa, ma il primo muro è uno dei pezzi a mio avviso più “brutto” di tutto il giro.

Premesso, se state tutto a destra la situazione è un pò meno tragica, ma sarà forse perchè ci arriviamo quasi sempre nel pomeriggio credo che l’80% di voi lo rimpiangerà.

In se il “muro” non è molto ripido, anche se forse al limite per una rossa, il vero problema è che ci sono sempre molte (direi moltissime) gobbe e dossi ed essendo in ombra la visibilità è quel che è. Se siete molto bravi e vi piace il genere vi divertirete un mondo (facendo attenzione a non investire gli altri) se siete uno sciatore medio, diciamo che se c’è un punto dove potete cadere probabilmente è questo.

Non voglio fare “terrorismo psicologico”, fino ad alcuni anni fa era un passaggio obbligatorio e forse anche per questo molto più rovinato, e pur essendo “brutto” nessuno ci è rimasto bloccato aspettando lo scioglimento delle nevi… però su 40/50 km di piste larghe e lisce sempre perfette questo tratto stona… e non poco, quindi se non siete bravissimi… cautela e se siete molto bravi… cautela comunque, chi è meno esperto di voi sui dossi è in difficoltà, ci sono buone probabilità che uno davanti a voi cada o faccia una traiettoria non proprio “logica” e vi tagli la strada.

L’obiettivo in ogni caso è quello di riuscire a scendere “indenni” questo primo tratto, raggiungendo l’arrivo dell’impianto poco sotto, impianto che sarebbe quello dove arrivate se da Arabba prendete l’impianto tutto a sinistra (io l’ho detto che è stata una vostra scelta).

Da qui c’è un pezzo abbastanza lungo di “scorrimento”, anche se con qualche pezzo più pendente e qualche curva con poca visibilità, la parte più brutta è ormai alle spalle.

Attenzione, rimanete sempre sulla pista di sinistra, finchè non è finita. Lungo la pista, sulla destra ci sono alcune deviazioni per fare altre piste, tutte che riportano ad Arabba. Sono tutte indicate come piste per sciatori esperti… sono nere belle impegnative, per chi ama il genere potete anche valutare di farne qualche una, se l’orologio lo permette.

Da qui comunque non potete sbagliare, dovete prendere l’impianto che vi porta verso il Passo Pordoi scendendo poi per la blu che vi porta alla seggiovia per salire verso il Belvedere di Canazei.

 

Val di Fassa

Se volete prima di prendere l’impianto per il Belvedere di Canazei c’è un bel bar, non ricordo il nome, ma è a fianco della partenza dell’impianto, non potete sbagliare. Prima di fare una sosta considerate che c’è comunque ancora un bel pezzettino di strada… controllate l’orologio.

Arrivati sul Belvedere potete farvi una delle due rosse che scendono di nuovo verso Arabba, dovrete poi riprendere lo stesso impianto. Quella di destra (guardando le piste mentre salite con la seggiovia) in particolare, è spesso deserta probabilmente perchè chi arriva da Canazei e va verso Arabba è più comodo a fare quella di sinistra. Per cui anche nel pomeriggio è sempre bella liscia e divertente.

Arrivati in cima al Belvedere dovrete naturalmente scendere. L’obiettivo è quello di arrivare fino in fondo, a Pian Frataces. Ci sono comunque le indicazioni per il Sellaronda e il Coll Rodella, difficile sbagliare.

Naturalmente nessuno vi vieta di farvi qualche pista anche qui sul Belvedere, unica nota, arrivati in cima con la seggiovia che viene da Arabba avete tre opzini principali per scendere.

La prima è quella di girare subito a destra, fare il primo tratto della pista che vi riporta verso Arabba e poi tagliare a sinistra ricongiungendovi sotto il “muretto” della prossima opzione, attenzione a non sbagliare, altrimenti dovrete fare tutta la pista e poi risalire.

Il secondo, è quello di scendere “diritti”, sul versante destro del Belvedere. E’ una rossa, ma il primo muro è abbastanza ripido e spesso con dossi e “trafficato”…. lo potete aggirare facendo come vi ho detto sopra o scegliendo la prossima opzione.

La terza opzione è quella di tenere la sinistra, andando un pò in piano e poi scendere dalla pista successiva.

In ogni caso l’obiettivo è quello di percorrere tutto il Belvedere di Canazei. Fate attenzione la pista è molto ampia e tranquilla, ma ci sono vari incroci con persone che arrivano da una parte e dall’altra…. occhio a non fare incidenti.
Voi nel dubbio andate sempre in giù…. fino ad imboccare la “stradina” che scende a Pian Frataces.

La stradina è molto lunga, non strettissima e abbastanza tranquilla anche se su alcuni curvoni qualche dosso e qualche “pirla” fermo in mezzo alla pista si trovano facilmente.

Purtroppo la pista è abbastanza “bassa” per cui la qualità della neve spesso non è ottimale.

Per quanto riguarda invece i “pirla”… se vi dovete fermare nessun problema, lo faccio pure io, ma vi potete tranquillamente fermare sui bordi della pista e nel caso di curve molto secche sul lato esterno, non serve fermarsi in mezzo bloccando il passaggio a chi, magari, non vuole fermarsi li a fare due chiacchiere con voi, ma in un altro punto.

Nota finale sulla stradina. Arrivati praticamente in fondo vedrete le indicazioni “Sellaronda” e molti cartelli “rallentare”. C’è un muretto finale, dovrete fare un sottopasso praticamente piano e poi una piccola salitina per arrivare al successivo impianto….. pezzo piano e salitina … il mio consiglio è di NON rallentare troppo nel primo pezzo, facendo comunque attenzione a non centrare il muro del sottopasso o chi si “pianta” sulla salitina”, quindi velocità moderata ma non troppo, se non volete spingere.

Dovrete poi prendere la cabinovia per il Col Rodella, anche qui non potete sbagliare o prendete quella corretta o quella che vi riporta da dove siete arrivati… La cabinovia del Col Rodella in realtà non vi porta in cima al Col Rodella, ma solo fino ad un certo punto.

Da qui potete andare a destra, spingendo un pò sul piano, per andare a prendere l’impianto 154 che vi permette di scollinare verso la Val Gardena. L’impianto 154, quello più a destra salendo lo dovete per forza fare.

Quelli prima sono tutti opzionali. In realtà uscendo dalla cabinovia se non volete spingere potete andare a prendere uno dei due impianti di sinistra che portano entrambi fino in cima al Col Rodella facendovi la parte alta della pista, che è molto divertente, peccato solo che gli impianti siano un pò datati.

Come per il Belvedere vale la nota di stare attenti, purtroppo ci sono molti incroci fra le piste, quindi attenzione a non tagliare la strada a chi arriva da altre direzioni.

Anche qui comunque ci sono vari locali carini, il giro è quasi concluso, quindi, tenendo sempre d’occhio l’orologio una pausa ci può anche stare.

 

Si finisce in Val Gardena, da dove eravamo partiti al mattino

Scesi dall’impianto 154 si prende la pista rossa che scende verso il Passo Sella e Selva di val Gardena. Superato l’albergo del passo e l’impianto che eventualmente vi riporta in quota la pista diventa una blu molto tranquilla dove lasciar correre gli sci.

 

Il Sassolungo visto dalla pista di rientro da Passo Sella verso Selva (© FFItalia)

Il Sassolungo visto dalla pista di rientro da Passo Sella verso Selva (© FFItalia)

 

Sul primo tratto piano c’è, sulla sinistra, un bel locale, dove eventualmente fare una sosta visto che da qui potete iniziare a prendervela con più calma, è “quasi” tutta discesa, anche se in realtà qualche impianto c’è ancora da prendere.

Proseguendo lungo la pista troverete ad un certo punto un altro impianto, che vi consiglio di prendere. In alternativa, passando a destra dell’impianto potete scendere, continuando sulla blu fino al Plan de Gralba e da lì, dopo aver preso lo skilift rientrare a Selva (vedi dopo).

Arrivati in cima al Piz Seteur, come potete vedere sulla cartina, avete varie opzioni, per sciare, se ancora ne avete voglia e avete le forze, sulle piste di Selva.

In particolare una deviazione interessante, anche se lunga, potrebbe essere quella di arrivare sul Piz Sella e da lì al Ciampinoi per fare la Sasslong.

La Sasslong è un’altra delle famose piste di coppa del mondo. Farla a fine giornata forse non è la cosa migliore, perchè la troverete un pò rovinata.
E’ comunque una pista sulla quale, anche se nera, fanno discesa libera, quindi è più tranquilla rispetto alla Gran Risa.

Anche in questo caso vale quanto detto per l’altra, viene chiusa per gare di coppa del mondo che di solito vengono fatti alcuni giorni prima della Gran Risa, verificate se è aperta.

Come per la Gran Risa anche la Sasslong ad un certo punto, offre la possibilità di, andando a destra, scendere per la variante “rossa”. Personalmente le rare volte che l’ho fatta l’ho trovata più rovinata “e difficile” della variante nera.

Ricordatevi comunque che, nel caso facciate la Sasslong arriverete a Santa Cristina, poi dovete tornare a Selva di Val Gardena, fate bene i conti.

Qualsiasi sia la vostra scelta una volta sopra a Selva voi dovete arrivare in paese, se scegliete le varie opzioni che vi faranno passare da Plan de Gralba, compreso eventualmente lo skilift se fate il giro molto largo tenete a mente una cosa: la rossa che da sopra Plan de Gralba riporta verso Selva è una rossa, a prima vista molto tranquilla. Se non ricordo male però si chiama “spacca ossa”… un motivo ci sarà.

Se fate quella non potete sbagliare strada, se invece scendete da altre piste dal Ciampinoi, in vista del paese tenete la destra, NON dovete arrivare alla cabinovia che parte in centro al paese.

Arrivati in fondo alla pista dovrete attraversare la strada e prendere le scale, brevi, ma a fine giornata si fanno sentire, per prendere l’ultima breve seggiovia, quella che porta al rifugio Pastura, praticamente sopra alla partenza della Dantercepies presa al mattino.

Anche questo locale è carino e ideale come ultima sosta, a meno che non abbiate ancora tempo e voglia di risalire la Dantercepies per andare al rifugio omonimo in cima.

 

Conclusioni

Il “giro dei passi” o “Sellaronda” è sicuramente un tour che dovete fare, almeno una volta nella vita. Naturalmente se non potete arrivarci in giornata il mio consiglio è di fare almeno un weekend lungo o una settimana, prendendo magari come base l’Alta Badia.

Avrete la possibilità di sciare su gran parte delle piste del Dolomiti Superski direttamente “sci ai piedi” o con brevi spostamenti in auto/autobous se proprio volete fare tutti i 1200 km dei 12 comprensori…ma in quel caso vi servirà più di qualche giorno.

Anche “solo” poter sciare nelle 4 zone principali del Sellaronda vi permetterà comunque di ammirare paesaggi spettacolari su piste sempre perfettamente preparate e alla portata di tutti.

Abbiamo visto che con piccole deviazioni rispetto al giro ufficiale è possibile fare due delle più famose piste da sci di coppa del mondo maschile e, con altre due deviazioni, se ne possono fare altre due, una a Plan de Corones (anche se quest’anno mi sembra che non sia inclusa nella coppa femminile) e una a Cortina, un pò più distante ma raggiungibile comodamente in auto.

Le zone sono molto ampie e la scelta di piste è praticamente “infinita”, per cui, l’unico vero consiglio che vi posso dare, nel caso vogliate fare il Sellaronda o comunque godervi appieno i caroselli sciistici è quello di munirvi di una cartina.

Una versione cartacea la potete trovare praticamente in tutti gli impianti di risalita. In alternativa potete scaricare i pdf dal sito ufficiale del Dolomiti Superski.
In particolare per il giro dei passi vi serviranno le cartine della Val Gardena, dell’ Alta Badia, di Arabba  e della Val di Fassa.

La cartina cartacea trovo che sia molto comoda, per avere un’idea generale delle zone e per pianificare gli spostamenti. In alternativa, potete consultarla anche on line (oppure offline dopo averle scaricate), tramite l’app “dolomiti Superski”, con la possibilità di calcolare in tempo reale il percorso che vi interessa.

Se vi piace sciare quindi …andateci…. ma attenzione “crea assuefazione!!!!” Una volta che vi sarete abituati a certi standard, difficile tornare indietro 🙂

Ho riletto l’articolo…. anche se forse non sembra vi garantisco che NON è in alcun modo un articolo sponsorizzato. Non ho nessun rapporto ne con il Dolomiti Superski ne con le varie apt o con i locali che ho nominato.

Amo sciare, in particolare in queste zone. Il giornaliero sicuramente non è fra i più economici, ma per quantità e qualità di piste, sempre tenute benissimo, e di impianti di ultima generazione (almeno la maggior parte) credo siano soldi spesi bene.

Tutto ciò che ho scritto è quindi solo ed esclusivamente frutto del mio amore per queste zone e delle innumerevoli volte in cui ci sono andato a sciare (quasi 15 solo lo scorso anno).

Se anche voi avete sciato in queste valli e magari avete altre deviazioni o locali da consigliare non esitate a indicarli usando la parte dei commenti che trovate qui sotto.

 

 

Autore:

FFItalia

Lo staff di Frequent Flyer Italia

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