IHG 3000 punti bonus a soggiorno
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Dall’Italia non esistono voli diretti di linea con la Cappadocia, mentre da Istanbul (dove eravamo noi) ci sono voli con diverse compagnie da entrambi gli aeroporti di Istanbul sia per Kayseri (capoluogo della Cappadocia) sia per Nevsehir, entrambi poco distanti da Goreme e dalla parte più turistica della Cappadocia.
Per visitare la Cappadocia non è necessario nessun documento particolare, basta la semplice carta di identità e, anche se prenderete un’auto a noleggio, non serve neppure la patente internazionale.
Rieccoci in aeroporto, questa volta quello previsto dal nostro programma, ossia l’Atatürk di Istanbul. Pronti per il volo Turkish Airlines che in poco più di un’ora ci porterà da Istanbul a Kayseri.
La procedura di check-in è molto rapida, visto che si può fare a qualsiasi banco Turkish, è la prima volta che voliamo con loro, e devo fare i miei complimenti, il servizio di bordo è molto buono.
Anche se è un volo interno, breve e in classe economica ci viene offerto uno spuntino con un panino, un dolcetto e un pò di frutta, non paragonabile con il “triste” sacchetto di salatini che Alitalia ci ha dato sui due voli effettuati per arrivare a Istanbul nei giorni precedenti.
L’aeroporto di Kayseri è piccolino e appena usciti dalla zona bagagli troverete i banchi delle varie società di autonoleggio, o meglio, troverete i banchi delle varie società di autonoleggio TRANNE Hertz, la ditta con cui noi abbiamo prenotato la macchina!!!!
Dopo aver guardato attentamente abbiamo deciso di chiedere alla concorrenza e ci hanno informato che Hertz ha l’ufficio nella zona degli arrivi internazionali, in effetti ci siamo poi accorti che c’era scritto anche sulla nostra prenotazione, ma si sa non è che le prenotazioni si leggano sempre con molta attenzione fino in fondo.
Appena usciti dall’aeroporto per spostarci agli arrivi internazionali abbiamo trovato comunque un addetto Hertz con un foglio riportante alcuni nomi, fra i quali i nostri, ci stava aspettando per accompagnarci al loro ufficio.
Arrivati all’ufficio per avere le chiavi ci abbiamo messo un pò di tempo, i 3 addetti ci hanno messo un pò a compilare tutte le pratiche e moduli vari chiedendomi tutti i documenti… strano in teoria essendo iscritto al programma Hertz dovrebbero avere già tutti i dati…se l’efficienza non era il massimo in ogni caso nell’attesa ci hanno offerto un te e si sono dimostrati molto gentili e simpatici, e alla fine ci hanno fornito anche una tessera per avere gli sconti presso i distributori di benzina.
Presa la macchina e impostato sul mio fido navigatore Sygic l’indirizzo del nostro hotel di Goreme siamo usciti dal parcheggio dell’aeroporto. Non avevo mai guidato in Turchia e ammetto che ero un pò preoccupato, non sapevo esattamente cosa aspettarmi.
Dopo alcuni minuti mi sono reso conto che non ci sarebbero stati problemi, le strade sono tutte molto comode, larghe, spesso a due corsie e tutti guidano con molta calma, niente di paragonabile al traffico di Istanbul.
Alla fine arriviamo in hotel, l’Holiday Cave Hotel (ha appena cambiato nome, prima si chiamava Flintstones Cave Hotel) che è piuttosto tardi, facciamo il check-in e mentre ci danno le chiavi ci chiedono subito se abbiamo già prenotato il giro in mongolfiera. Lasciamo i bagagli in camera e andiamo a fare due passi per la cittadina.
Volevamo andare a cena al ristorante Pumpkin di cui avevamo sentito parlare bene, ma purtroppo è piccolo e pieno, per cui dopo aver prenotato per la sera successiva, ormai stanchi andiamo, a caso, al Kale Terrasse Restaurant, dove mangiamo una buona pide (pizza turca).
Ci alziamo con calma e andiamo a fare colazione (compresa) sul bel terrazzo dell’hotel, godendoci un pò di sole mentre decidiamo il programma della giornata.
Ne approfittiamo anche per fare un rapido check della posta, la rete wifi copre tutto l’hotel, però devo ammettere che non brilla per velocità, si riesce comunque a smistare le cose più urgenti e a spedire le solite cavolate agli amici.
La prima meta della giornata è il museo a cielo aperto di Goreme, imperdibile per chi va in zona, è anche una delle attrazioni più frequentate, per cui ci toccherà fare anche un pò di coda per entrare in alcune delle chiese.
All’ingresso facciamo i biglietti e non ci accorgiamo che sarebbe possibile fare anche una “card” per i vari siti della Cappadocia.
Visitiamo il sito, decisamente interessante, seguendo un ordine un pò casuale, per evitare di fare troppe code, saltavamo i punti dove si affollavano i gruppi dei tour organizzati per ritornarci dopo.
Un’oretta, probabilmente meno e si fa tutto.
ATTENZIONE: usciti dal museo (50/100 metri) sulla strada che riporta a Goreme c’è un’altra chiesa, l’ingresso è compreso nel biglietto del museo, quindi tenetelo e soprattutto non dimenticatevi che c’è, noi stavamo per risalire in macchina saltandola 🙂
Andiamo poi a vedere i camini delle fate (non c’è biglietto d’ingresso), c’è poca gente e ne approfittiamo per fare due passi e fare due chiacchiere con una persona del posto che ci vuole a tutti i costi convincere ad andare a vedere una scuola statale dove fanno tappeti, e dove eventualemente si possono comperare a prezzi vantaggiosi (o almeno così dice), la cosa non ci interessa molto, ma ci facciamo comunque dare l’opuscolo con la cartina per raggiungerla.
Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo al museo a cielo aperto di Zelve, anch’esso poco distante. Prima di entrare decidiamo di mangiare in uno dei ristorantini vicino al parcheggio.
Non c’è praticamente nessuno e tutti i ristoranti sono vuoti, ne scegliamo uno gestito da due signore anziane, prendiamo alcune Gözleme (piatto tipico turco simile alle piadine) e l’immancabile çay (il tè turco).
Andiamo poi a visitare il museo e alla biglietteria, dopo aver pagato l’ingresso mi accorgo che era possibile anche fare una card dei musei della Cappadocia. Sarebbe stata vantaggiosa, viste le visite che avevamo in programma, ma oramai ne abbiamo pagate già due per cui decidiamo di non farla.
Il museo è interessante e soprattutto deserto, saremo forse 5/6 persone, per cui si riesce a girare con molta più tranquillità di quello di Goreme.
Andiamo poi a Cavusin, altro paese della zona dove dopo aver parcheggiato facciamo un semplice trekking di un paio d’ore per visitare la Rose Valley e la Red Valley (una descrizione dei vari percorsi la potete trovare qui).
Il percorso è segnato abbastanza bene e non è molto faticoso, visto almeno il periodo, è comunque tutto esposto per cui se lo fate nei mesi più caldi portatevi dell’acqua.
Per chi invece come noi viaggia leggero, alla fine del percorso, prima di girare per tornare verso il paese c’è un bel bar con una vista sulla valle, dove bere qualcosa comodamente seduti a riposare.
Il proprietario ci ha detto che è molto frequentato al tramonto, per ammirare i colori delle due valli con la luce migliore… se pensate di aspettare il tramonto portatevi una torcia per il ritorno!!!
Torniamo in hotel per riposarci e prepararci per la cena al “Pumpkin” prenotato la sera prima. La scelta del ristorante risulta ottima, il menù è fisso ma si mangia molto bene ad un prezzo molto ragionevole.
4.50 del mattimo, siamo nel parcheggio dell’hotel in attesa della navetta che fra pochi minuti ci verrà a prendere per portarci a fare il nostro giro in mongolfiera.
La sveglia è stata un trauma, ma in fondo il giro in mongolfiera è una delle maggiori attrazioni della zona, e vale sicuramente la pena perdere qualche ora di sonno anche se si è in vacanza.
Noi abbiamo prenotato con la Royal Balloon visti i molti giudizi positivi che avevamo letto su internet e devo ammettere che ci siamo trovati molto bene. E’ un’esperienza che consiglio a tutti.
Finito il giro in mongolfiera siamo stati riportati all’hotel, in tempo per fare un’altra colazione abbondante sul terrazzo prima di prendere la macchina per fare un giro che ci porterà fino a Nevsehir e oltre.
Il giro che abbiamo in programma ricalca più o meno il “green tour” che troverete sulla cartina che vi viene fornita dall’hotel e che viene naturalmente proposto come escursione di un giorno da tutti i tour operator della zona.
Prima tappa la città sotterranea di Derinkuyu (a pagamento e compresa nella famosa card dei musei). E’ molto frequentata e si entra solo a gruppi con una guida, alcuni passaggi sono molto stretti e dovrete piegarvi un pò, però passaggi collegano spazi belli ampi e areati, per cui a meno che non abbiate grossi problemi di claustrofobia è una visita che vi consiglio.
Ci siamo poi diretti alla valle di Ihlara, per la precisione noi siamo andati a Belisirma e abbiamo fatto solo una parte del trekking lungo il fiume.
Anche l’ingresso a questa valle è a pagamento (sempre compreso nella card dei musei). Prima di entrare ci siamo fermati per pranzo in uno dei ristorantini vicino al parcheggio, ce ne sono diversi, noi abbiamo scelto uno dei due dove si può mangiare comodamente “sdraiati” sui cuscini su delle piattaforme sopra il torrente.
La passeggiata è molto comoda, ci sono solo alcune rampe di scale per arrivare ad alcune chiese, per il resto è tutta pianeggiante e all’ombra. A metà c’è anche un punto di ristoro per chi non vuole portarsi lo zaino.
Abbiamo poi terminato tutto il green tour fermandoci a Nevsehir in un centro commerciale, dove abbiamo dovuto acquistare una valigia visto che la zip della nostra aveva deciso di abbandonarci 🙂
Il giro è abbastanza lungo e ci vuole più o meno tutta la giornata, prendendosela con calma, però è un giro che vale la pena fare.
La sera per l’ultima cena a Goreme abbiamo deciso di provare il “Cappadocia Pide House“, un altro ristorante dove fanno la pizza turca. Si mangia bene anche qui, e infatti ci siamo tornati il giorno dopo per pranzo.
E’ l’ultimo giorno che passiamo in Cappadocia, e questa sera abbiamo il volo di rientro per Istanbul, purtroppo ci svegliamo sotto un cielo minaccioso, ha appena smesso di piovere, ma sospettiamo sia una pausa breve.
Dopo colazione comunque decidiamo di rischiare e seguire il programma che avevano previsto la sera prima. Facciamo il checkout in hotel dove però lasciamo l’auto e andiamo a fare l’ultimo trekking.
Il programma è quello di fare la “Pigeon Valley” sentiero che parte dietro al nostro albergo arriva a Uchisar, il paese vicino e da lì tornare facendo un ampio giro per la “Love Valley“.
Per percorrere tutto l’anello ci vogliono circa 3 ore, non ci sono grandi dislivelli, però non è neppure pianeggiante.
Sarebbe stato un bel percorso se a metà della Pigeon non si fosse messo di nuovo a piovere. Per fortuna abbiamo trovato riparo sotto alcune rocce e dopo una ventina di minuti ha smesso.
Arrivati a Uchisar il tempo sembrava migliorare per cui abbiamo deciso di completare il giro previsto.
Purtroppo anche in questo caso dopo un pò ha ricominciato a piovere, per fortuna una pioggerellina leggera, che comunque ad intermittenza “ha rotto le scatole” fin quasi alla fine della “Love valley” dove si trova un bar/rifugio che abbiamo raggiunto giusto in tempo prima di un nuovo acquazzone.
Però eravamo all’asciutto per cui abbiamo atteso pazientemente che smettesse, bevendo il solito immancabile te turco.
Alla fine siamo tornati a Goreme per pranzo, e abbiamo sfruttato i tavolini all’aperto e il sole che finalmente aveva deciso di comparire per toglierci l’umidità accumulata nella mattinata.
Dopo pranzo, presa la macchina abbiamo fatto un ultimo giro ai camini delle fate prima di tornare a Kayseri, dopo aver percorso 438 Km sulle strade della Cappadocia, per riprendere l’aereo per tornare a Istanbul.
Se come noi prenotate con Hertz vi consiglio, prima di riconsegnare l’auto di fare il pieno.
Noi non lo abbiamo fatto e abbiamo generato il panico nell’addetto al ritiro. Non è la prima volta che ci succede di riconsegnare l’auto senza aver rifatto il pieno e ci aspettavamo come al solito che ci avvisassero, con il solito tono asettico, che il costo sarebbe stato addebitato sulla carta di credito.
Questa volta invece quando l’addetto si è accorto che mancava della benzina ci ha guardati quasi “spaventato” dicendoci che “la macchina non ha il pieno” e si è subito messo al telefono.
Dopo un pò che parlava con qualcuno in turco (naturalmente non si capiva cosa dicevano ma sembrava agitato) ci ha passato il telefono e quello che si è presentato come responsabile del centro hertz ci ha spiegato che la macchina doveva essere riportata con il pieno, che sarebbe stato felice di spiegarci dove fosse e come raggiungere il distributore più vicino, perchè “be, altrimenti, si insomma… capisce…dobbiamo farla noi la benzina… per cui eventualmente poi, si ecco, dovremmo addebitarle il costo sulla carta di credito”.
Si è comunque calmato quando gli abbiamo detto che lo sapevamo e non ci sarebbe stato naturalmente alcun problema per l’addebito.
Tranquillizzati responsabile e addetto e firmati i documenti, abbiamo finalmente potuto entrare in aeroporto in attesa del nostro volo.