IHG 3000 punti bonus a soggiorno
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In questo viaggio di 17 giorni eravamo in 2 ed era il nostro primo viaggio alla scoperta dei parchi naturali degli Stati Uniti per cui abbiamo optato, come vedrete, per un tour molto classico.
L’idea era di partire da Las Vegas, visitare i parchi principali per poi terminare il tour a San Francisco. Purtroppo dall’Italia non esistono voli diretti per queste due città.
Abbiamo quindi optato per i seguenti voli: Milano-New York-Las Vegas, San Francisco-New York-Milano, tutti prenotati con Delta. In realtà causa problemi di voli a San Francisco alla fine siamo stati ridirezionati sul volo San Francisco-Parigi-Milano operati da AirFrance.
Per la scelta degli hotel abbiamo optato per un sistema un pò diverso dal solito. Avevamo prenotato gli hotel di Las Vegas e di San Francisco, mentre per i giorni intermedi non avevamo prenotato assolutamente nulla, affidandoci al caso.
Come detto era la prima volta in zona per cui non sapevamo cosa aspettarci e quanto avremmo impiegato nelle singole località, per cui abbiamo preferito essere completamente liberi.
La scelta dell’autonoleggio è caduta su Hertz, una berlina intermedia, che si è rivelata perfetta praticamente per tutto il viaggio, tranne per la Monument Valley (ma ci torneremo).
Abbiamo commesso un unico “errore di gioventù”, abbiamo optato per avere incluso nel noleggio anche il navigatore, un costo spropositato in realtà, ma ai tempi non c’erano molte alternative, i navigatori su cellulari non esistevano ancora e men che meno su tablet visto che non erano ancora stati inventati.
Oggi ci sono sicuramente sistemi meno cari e in ogni caso il percorso si può fare abbastanza facilmente anche senza il navigatore, anche se poi nelle grandi città risulta molto comodo.
E’ un viaggio negli USA, per cui servono gli stessi documenti di cui ho parlato a proposito del viaggio a Miami a cui vi rimando.
Se non lo avete ancora fatto vi consiglio di leggere anche il mio articolo USA – Viaggio nei parchi americani, in cui troverete molte informazioni generali che vi saranno utili.
Nota: anche se pubblicato dopo il nostro viaggio da Las Vegas a Yellowstone cronologicamente questo viaggio è stato fatto prima… in realtà diversi anni prima. E’ si purtroppo sono passati molti anni, spero di ricordare tutto 🙂
Del volo in se non ricordo molto, al ritorno come detto ci hanno rischedulati su un volo diverso, con partenza da San Francisco diverse ore dopo l’orario previsto per il nostro volo. Per il resto è stato un normale volo in economy, non esisteva l’economy plus che ora prenderei ad occhi chiusi e la business era oltre la portata del nostro conto in banca.
La prima parte del viaggio è stata uguale a quella che anni dopo avremmo rifatto con degli amici, e di cui vi ho parlato nell’articolo “Da Las Vegas a Yellowstone“. Abbiamo passato una notte a Las Vegas per poi andare a Zion e al Bryce Canyon per cui vi rimando a quanto detto lì.
Uniche due note. A Las Vegas abbiamo come detto preso la macchina a noleggio da Hertz, era la prima volta che guidavo con una macchina con il cambio automatico e il primo tratto di strada è stato un pò “traumatico” non essendo abituato. Il trucco, per chi non ha mai usato macchine con cambio automatico è semplice…. dimenticatevi di avere il piede sinistro 🙂
Altra cosa, a Las Vegas abbiamo soggiornato all’hotel Circus Circus. E’ un hotel enorme e carino anche se forse avrebbe bisogno di una riammodernata (ma magari è stato risistemato in questi anni), la cosa veramente scomoda è che si trova in fondo alla “strip” per cui per andare in centro bisogna fare una bella camminata oppure prendere taxi o mezzi pubblici… valutate voi.
Dal Bryce Canyon siamo andati direttamente a Moab dove abbiamo soggiornato 3 (forse 4) notti all’hotel Big Horn Lodge semplicemente perchè avevamo trovato in una rivista un coupon con lo sconto.
L’hotel si è rivelato carino con un buon compromesso costo/qualità. Ha anche una piscina, non molto grande ma comoda per un veloce bagno rinfrescante nelle ore più calde.
A Moad abbiamo visitato Arches, Dead Horse e Canyonlands arrivando per pure caso ad Island in the sky al tramonto, un’esperienza che consiglio.
Avevamo pensato di metterci di più a visitare i parchi della zona e alla fine ci è rimasto anche tempo per andare al “Corona Arch“, il percorso per arrivarci è piuttosto lungo ma comunque su un sentiero comodo ed è molto isolato.
Ha il vantaggio che quasi sicuramente non troverete nessuno.
In città c’è anche un posto dove fanno degli ottimi pancake, si chiama “Pancake House” ed è in centro sulla via principale. Se non ricordo male è aperta solo al mattino, ma vi consiglio assolutamente di farci un salto.
Da Moab abbiamo poi seguito la strada verso sud per andare a visitare il Mesa Verde National Park, dove si trova un antico insediamento (visitabile) degli Anasazi, un’antica popolazione americana di cui si sa ancora relativamente poco.
L’insediamento si trova a strapiombo sulla valle sottostante quasi scavato nella roccia. E’ conservato molto bene ed una visita se siete in zona è sicuramente consigliata.
Nota: dal Mesa Verde eventualmente è anche possibile fare una deviazione per visitare il Chaco Canyon.
Dal Mesa Verde ci siamo poi diretti alla Monument Valley. All’interno del parco è possibile fare un percorso sterrato in macchina, ma il primo pezzo, in discesa non è particolarmente adatto alle berline.
Noi ci abbiamo rinunciato, in realtà lo abbiamo poi fatto (con un SUV) la seconda volta che siamo stati in zona e tutto sommato si sarebbe potuto fare anche con una berlina, stando un pò attenti alle buche.
C’era comunque anche un altro problema, siamo arrivati per il tramonto, sicuramente spettacolare, ma visto che il parco alla sera chiude, non avremmo comunque avuto tempo sufficiente per fare il trail.
Lasciata la Monument ci siamo fermati a dormire al Best Western di Kayenta, comodo perchè è sulla strada, ma la cittadina in se non offre nulla se non un McDonald, un supermercato e poco altro.
Siamo comunque arrivati la sera tardi e ripartiti al mattino presto, direzione Grand Canyon South Rim. Il Grand Canyon è sicuramente uno dei parchi americani più conosciuti e visitati e non deluderà le vostre aspettative.
Personalmente però ho apprezzato di più il north rim.
Dal Grand Canyon, passando nuovamente per Las Vegas, ci siamo diretti alla Death Valley, fermandoci a dormire lungo la strada, non ricordo dove, in modo da attraversare la valle al mattino, quando la temperatura è ancora accettabile.
Noi abbiamo fatto il viaggio in luglio, sicuramente non il mese ideale per visitare la zona, comunque la temperatura, anche se molto alta è sopportabile se state fuori dalla macchina per brevi periodi. Ma in fondo non eravamo andati li per fare trekking 🙂
Lungo la strada c’è anche un paese che si chiama “Furnace Creek“, il nome spiega molto bene la situazione, comunque è abitato tutto l’anno e ci potete trovare un distributore di benzina caso mai servisse come è accaduto a noi, anche se penso sia la benzina più cara degli Stati Uniti.
Vicino al paese c’è anche un hotel con campo da golf annesso, ma l’estate naturalmente è impraticabile e sospetto che mantenere l’erba verde del campo abbia dei costi abbastanza alti, che poi qualcuno deve coprire.
Se però siete amanti del golf e passate nelle stagioni in cui il campo è aperto sicuramente potrete far morire di invidia i vostri amici.
Lasciata la Death Valley alle spalle abbiamo preso la strada che, passando dal Tioga Pass porta allo Yosemite. Il passo è a più di 3000 metri, rispetto agli 86 metri SOTTO il livello del mare di Badwater all’intero della Death Valley c’è una bella differenza, di clima e di paesaggi.
Allo Yosemite siamo rimasti un paio di giorni, soggiornando nella cittadina di Mariposa, appena fuori dal parco, visto che i lodge all’interno erano tutti pieni (e non proprio economici)
Nel parco si possono fare varie escursioni a piedi, ce ne sono per tutti i gusti, dai pochi minuti a percorsi di più giorni. Ci sono anche moltissimi animali, cervi in particolare, e anche molte sequoie, motivo per cui in fase di “progettazione” del tour avevamo deciso di non andare al Sequoia National Park (ma ci torneremo)
Lasciato lo Yosemite il programma iniziale prevedeva di fare alcuni giorni di mare sulla costa californiana, fermandosi da qualche parte a sud di San Francisco.
Che la baia di San Francisco non fosse ideale per il mare lo sapevamo, quello che invece non sapevamo (si ammetto non sempre ci documentiamo molto) è che praticamente tutta la costa fino almeno a Los Angeles è poco “balneabile”.
Arrivati quasi a San Francisco abbiamo percorso un lungo tratto di costa verso sud, fino a Santa Barbara ma di belle zone dove fermarsi non ne abbiamo trovate. In più abbiamo scoperto che spesso in quel periodo la costa è coperta da nubi, le correnti che arrivano dall’oceano incontrano i rilievi della California con il risultato di avere sempre un cielo nuvoloso, a tratti pioggia e temperature serali vicino ai 15 gradi (temperatura indicata dalla macchina).
A Santa Barbara dovevamo prendere una decisione, arrivare fino a Los Angeles o ritornare verso l’interno a visitare il Sequoia National Park.
Di andare a visitare Los Angeles non avevamo molta voglia e i giorni a disposizione stavano finendo, abbiamo quindi optato per andare a visitare il Sequoia.
Al Sequoia se ricordo bene abbiamo fatto una sola notte, il parco è bello ma molto simile allo Yosemite, anche se naturalmente troverete molte più sequoie e molto più grandi.
C’è anche una caverna con stalattiti e stalagmiti. Si può visitare solo con la guida e non ricordo se è a pagamento. Dalle pubblicità nel parco sembra sia un’attrazione imperdibile, in realtà nel mondo, alcune proprio in Italia, ci sono caverne molto migliori per gli amanti del genere.
Nel parco ci sono anche molti animali e se siete fortunati potete anche incontrare l’orso.
Il nostro tour finisce con alcuni giorni a San Francisco dove soggiorniamo al Nikko Hotel, probabilmente uno dei migliori hotel, in proporzione al prezzo, in cui abbia soggiornato.
Prima di arrivare in città però passiamo in aeroporto per riconsegnare la macchina, visto che non la useremo è inutile pagare il noleggio ed il parcheggio 🙂