IHG 3000 punti bonus a soggiorno
Per chi sta organizzando gli ultimi viaggi per quest’anno segnalo un’interessante promozione del gruppo IHG, valida per soggiorni di almeno… Leggi
… continua il nostro viaggio alla scoperta della Baja California messicana…
Arrivati a Guerrero Negro come prima cosa cerchiamo un hotel. La scelta non è molto ampia e dopo aver fatto un rapido giro per il paese optiamo per l’Hotel Los Caracoles.
L’hotel purtroppo è quasi pieno e hanno a disposizione solo due suite, con camera, salotto e cucina, ma visto che sono circa 70€ a notte a stanza con colazione accettiamo senza problema.
In hotel prenotiamo anche l’escursione per andare a vedere le balene il giorno successivo.
Al mattino ci vengono a prendere con il pulmino per portarci al punto di partenza delle barche. Non è un vero e proprio porto, ma un semplice attracco da cui partono tutte le barche che portano i turisti nella baia.
Purtroppo questa volta non siamo da soli, siamo una decina di persona (tutte americane) più la guida (che parla inglese) e l’addetto alla barca.
Nella baia ci sono varie imbarcazioni, hanno tutte una radio a bordo per tenersi in contatto e per segnalare alle altre dove sono le balene. Hanno comunque dei motori molto potenti per cui si spostano velocemente da una zona all’altro.
In realtà la radio secondo me è superflua. Non ci vuole molto a trovare le balene, ancora mentre siamo a riva in attesa per salire si vedono a largo molte balene che saltano nell’acqua.
Una volta arrivati in mezzo alla baia e spenti i motori basta attendere pochi minuti e le balene, molto curiose e socievoli si avvicinano alla barca, appoggiandosi con il muso e lasciandosi anche toccare. Un’esperienza indimenticabile.
La guida ci dice che è normale, vengono sempre vicino alle barche a “giocare”, soprattutto se sono giovani. Solo le mamme con i cuccioli molto piccoli stanno ben lontane, ma se siete fortunati ne vedrete qualcuna passare a qualche decina di metri.
Unica nota, come sapete le balene soffiano l’aria dallo “sfiatatoio” sopra la testa…. fate attenzione a non toccare quella zona perchè è molto sensibile e soprattutto fate attenzione a quando “soffiano”… non sempre è solo aria, spesso c’è un pò d’acqua e rischiate di fare una piccola doccia, nulla di grave se venite colpiti voi, cercate però di avere a portata un panno per eventualmente asciugare subito l’attrezzatura fotografica 🙂
Il tour dura alcune ore ed essendo di gruppo non si può trattare per prolungare la durata come abbiamo fatto a San Carlos. Ma visto che non perderete tempo a cercare le balene la durata è più che sufficiente.
Nel primo pomeriggio eravamo così liberi di riprendere il nostro viaggio
Tornando verso sud abbiamo effettuato una breve sosta nel paese di Santa Rosalia per vedere la Chiesa in ferro progettata da Gustave Eiffel… lo stesso della famosa torre di Parigi.
Giusto una pausa prima di arrivare a Mulege dove passiamo la notte all’Hotel Las Casitas.
Molto carino e in centro. Siamo comunque stanchi e decidiamo di cenare nel ristorante dell’albergo.
Al mattino partenza presto, oggi dobbiamo fare abbastanza strada, il piano di viaggio prevede di arrivare a Cabo Pulmo, parco naturale nella zona meridionale della Baja California. Sono più di 600 km ma visto che poi ci fermeremo nel parco per alcuni giorni di mare vale la pena fare un’unica tappa.
A Cabo Pulmo ci sono (se non sbaglio) tre alberghi con relativi ristoranti, più alcune case del piccolissimo centro abitato e un minimarket con lo stretto necessario per sopravvivere, sempre però ben rifornito di frutta.
E’ (almeno era, ma spero lo sia ancora) un posto molto tranquillo, ed essendo zona protetta il turismo è molto limitato. Gli hotel hanno poche camere e i telefoni cellulari non hanno copertura (ma l’hotel ha il wifi se vi serve comunicare con l’esterno).
Noi siamo rimasti qui 4 giorni, al Cabo Pulmo Beach Resort, gestito e frequentato da americani (qui si paga in dollari, ma naturalmente accettano la carta di credito) dove c’è anche l’omonimo centro diving.
La struttura è composta da pochi bungalow in muratura, ogniuno con cucina attrezzata, giardino privato, amaca, barbecue etc.
Cabo Pulmo è “famoso” per la barriera corallina, una delle poche della zona, per cui la maggior parte dei turisti (comunque pochi) sono sub, scompaiono al mattino per ricomparire al ristorante alla sera… per cui avrete praticamente tutta la spiaggia per voi.
La spiaggia non è attrezzata, solo all’inizio troverete una “bancarella” dove vi noleggeranno pinne e maschera se volete fare un pò di snorkeling. Se invece volete fare immersioni rivolgetevi al diving dell’hotel.
Attenzione: non è il Mar Rosso, partendo a nuoto dalla spiaggia è possibile raggiungere un pezzo di barriera corallina dove si riescono a vedere un pò di pesci, ma non aspettatevi chissa che. I posti migliori sono raggiungibili solo in barca e da chi fa immersioni.
Per mangiare, a pranzo noi abbiamo sempre sfruttato la cucina del bungalow, mentre la sera abbiamo provato tutti i vari ristorani (sono 3… non ci vuole molto).
Quello del Cabo Pulmo Beach Resort è come tutta la struttura gestito da americani, cibo “USA” o pesce, discreto anche se un pò rumoroso… ma probabilmente era a causa di un gruppo di sub che di giorno amavano immergersi in acqua, mentre la sera amavano molto affogarsi nella tequila.
Da Nancy, all’interno dell’omonimo hotel… anche qui si mangia bene e la proprietaria, un’anziana americana trasferitasi qui in gioventù è famosa per preparare degli ottimi margaritas
Da Tito, all’inizio del paese a destra, è gestito da un messicano molto simpatico, l’ambiente è molto spartano ma secondo me il migliore dei tre.
Purtroppo i giorni di totale relax, sole e mare sono passati troppo in fretta, ci rimane però da vedere ancora una piccola parte della baja california, per cui risaliamo in auto, direzione Cabo San Lucas
Da Cabo Pulmo ci dirigiamo verso San Jose del Cabo e Cabo San Lucas. L’arrivo è quasi traumatico, a Cabo Pulmo per alcuni giorni abbiamo visto pochissime persone e anche il resto della Baja California è molto tranquillo, con un ritmo molto messicano dove l’orologio e il tempo sono concetti un pò vaghi.
Cabo San Lucas invece è zona turistica “americana”, c’è un aeroporto internazionale che porta gli americani e i canadesi a svernare in Messico. Qui potete trovare resort a cinque stelle, strade intasate da SUV americani sovradimensionati, code ai semafori, giardini lussureggianti in pieno deserto (con buona pace per lo spreco d’acqua).
Probabilmente è anche un bel posto, con molte attrazioni e probabilmente anche con un bellissimo mare, non lo sappiamo, abbiamo seguito la strada esterna al paese e siamo “scappati”.
Dopo una sosta per la foto di rito vicino all’insegna del Tropico del Cancro siamo risaliti verso Todos Santos, cittadina più tranquilla molto frequentata da artisti. Dopo aver pranzato in un ristorante in centro abbiamo fatto un giro per alcuni negozietti e qui con nostra sorpresa siamo stati “fermati” da una coppia, stupiti di averci sentito parlare in italiano.
Abbiamo così scoperto che a Todos Santos c’è un ristorante, le Tre Galline, gestito da italiani.
Prima di risalire in macchina abbiamo fatto anche una veloce visita all’Hotel California, sempre in paese.
Ufficialmente gli Eagles non hanno mai detto se la loro famosa canzone era dedicata ad un hotel in particolare o era più un’ “idea”.
L’hotel comunque “gioca” molto sulla cosa, e alcuni dicono che effettivamente potrebbe aver influenzato la canzone. Sicuramente lo store al piano terra dell’hotel fa ottimi affari vendendo gadget di tutti i tipi.
Però visto che è in centro vale probabilmente la pena fare due passi per vederlo, giusto per sgranchirsi le gambe prima di risalire in macchina per tornare a LaPaz.
Il volo di rientro che passando da Città del Messico ci riporterà in Italia è previsto per il mattino, per cui l’ultima notte la trascorriamo a LaPaz, stesso albergo del primo giorno.
Anche questo viaggio purtroppo è finito, ma sicuramente ci rimarrà impresso a lungo, siamo partiti dall’Italia con la speranza di poter vedere le balene… e visto che abbiamo avuto la fortuna di poterle toccare…